I Fantasmi dei due amanti

Luogo: Ferrara

I FANTASMI DEI DUE AMANTI

Nel 1385 la folla, stremata dalla fame e dalla povertà, insorse in massa uccidendo Tommaso da Tortona, un detestato magistrato dei Giudici dè Savi. Il popolo così galvanizzato cercò di soffocare la monarchia della famiglia d’Este, padrona di Ferrara. Nicolò II nonostante fosse terrorizzato per come stava mutando il destino della sua casata, ebbe la freddezza di prendere tempo e nel contempo fece costruire un castello per difendersi dalla furia cittadina.

Il compito fu affidato all’architetto Bartolino da Novara che iniziò i lavori inglobando la Torre dei Leoni, a nord, e concluse l’edificazione in pochissimo tempo: soltanto due anni. Il castello ha pianta quadrata e quattro torri quadrata angolari. Possiede un fossato ancora oggi ricolmo d’acqua… strano pensare che serviva ad allontanare il proprio popolo!

L’edificio era dotato di ogni tipo di innovativa tecnologia volta alla difesa, tra cui ponti levatoi, trappole e altri apparati modernissimi per l’epoca: questo fa pensare quanto il duca dovesse essere spaventato!

Come rocca difensiva era un vero e proprio modello e fu studiato e ammirato da molti architetti, tra i quali lo stesso Michelangelo. Subì fino ad oggi diversi restauri, il più importante avvenne in seguito ad un incendio nel 1544 e a un devastante terremoto nel 1570.

Nel 1476, quando il castello fu in mano a Ercole I e alla moglie Eleonora d’Aragona, fu internamente restaurato e impreziosito, lavoro che fu continuato dai successori che ben volentieri ingaggiarono artisti di calibro di Tiziano, Raffaello, Giovanni Bellini.
Poi con Ercole II, verso la metà del ‘500, il castello si trasformò definitivamente in palazzo di corte, assimilando l’aspetto che possiamo vedere ancora oggi.

Accadde il 27 Ottobre 1597 che l’ultimo erede degli Estensi, Alfonso II, morì senza figli. Successe il caos e Ferrara fu fortemente contesa tra il cugino Cesare e il Papa Clemente VIII, il quale riuscì a cacciare Cesare dal castello usando come arma la minaccia della scomunica, e tenendo in ostaggio il figlio Alonso.

Così Cesare con tutta la sua famiglia si trasferì a malincuore a Modena non pi+ di tre mesi dopo e non senza lasciare una piccola vendetta oltre a spogliare il castello di averi e ricchezze, fece liberare tutti i carcerati che sicuramente avrebbero dato il benvenuto al Papa. Il castello divenne residenza di cardinali e ausiliari vaticani, ma nulla di più, mai conoscerà in futuro lo splendore e l’importanza che conobbe con gli Estensi, dei quali oggi naturalmente conserva il nome e la personalità.

Il castello Estense conserva il ricordo di una triste storia d’amore vissuta nella Torre dei Leoni, storia che ebbe come tema la tragica fine di Ugo e Parisina.

Nel 1418 fu celebrato il matrimonio di interesse tra Parisina Malatesta (15 anni) e Niccolò III d’Este (35 anni). Uno dei figli dello sposo, avuto dalla precedente moglie Stella Tolomei dell’Assassino, dal nome di Ugo, di soli 14 anni, iniziò ad avere un duro rapporto di antipatia con la matrigna Parisina (dopotutto erano entrambi due ragazzini!). Niccolò preoccupato per questi continui litigi ordinò, non senza fatica, alla propria moglie di farsi accompagnare da Ugo in una visita ai genitori a Loreto.

Purtroppo accadde che, come tutte le storie tra adolescenti, l’odio si trasformò in amore appassionato che naturalmente tennero nascosto, ma apertamente non riuscirono più a dimostrare l’odio di un tempo. Niccolò contendo del cambiamento non mancò di lasciarli spesso da soli, dato che ormai si sentiva tranquillo… anzi, in occasione dello scoppio della peste nel 1418, decise di proteggere i due ragazzini facendoli soggiornare in una villa di campagna. Una vera e propria fortuna! Finalmente potevano essere soli e come due piccioncini diedero sfogo alla propria passione.

Purtroppo, nonostante cercassero di essere discreti, non sfuggirono agli occhi della servitù e le voci del tradimento giunsero ben presto al diretto interessato che, precipitandosi sul luogo, li sorprese in flagranza di reato. Furioso li fece imprigionare e condannare a morte. Vennero condotti nella cella della Torre dei Leoni per 12 ore, perchè dovevano essere gli ultimi di una lunga lista di omicidi che quel giorno Niccolò non esentò dal commettere. Radunò ed uccise tutte le donne adultere di Ferrara e alla fine delle esecuzioni condusse i due amanti e li decapitò sullo stesso ceppo di legno.

I loro fantasmi piangono ancora all’interno di quella cella insieme alle anime delle donne morte per causa loro.

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