Ebola: informazioni utili

Ebola: informazioni utili

La paura dell’Ebola sta avanzando più rapidamente dell’epidemia stessa.
Alla base del terrore c’è molta confusione sulla realtà dei pericoli che il virus porta con sè.
E’ bene tenere a mente che dal 1976, anno in cui fu individuato per la prima volta, ad oggi, le epidemie di Ebola sono state almeno 25, ma solo quest’ultima sta turbando l’opinione pubblica.
Vero è che si tratta dell’epidemia più grande della storia del virus, ma è importante capire di cosa si parla quando nominiamo l’Ebola.
Di seguito le domande più comuni sull’epidemia, i rischi del contagio, la trasmissione e la malattia che ne consegue.
Di tutte le domande, quella relativa alla trasmissione dell’Ebola è la più gettonata, nonchè quella che crea più confusione.
Bisogna fare una premessa dovuta.
L’Ebola non è un virus aerobico, ossia NON si trasmette nell’aria.
Nè tanto meno si trasmette tramite il cibo o l’acqua.
Questo è un dato di fatto importantissimo per placare eventuali allarmismi.
Per farvi capire meglio, la diffusione per via aerea tra gli esseri umani implica l’inalazione di una dose attiva del virus da una nuvola sospesa di piccole goccioline secche, generate da uno starnuto, da uno sputo o da un colpo di tosse dell’individuo infetto.
Questa modalità di trasmissione si osserva con i virus che provocano il morbillo e la varicella, o il batterio che provoca la tubercolosi.
Il virus dell’Ebola si trasmette da individuo a individuo ESCLUSIVAMENTE tramite contatto stretto con un soggetto infetto.
E non basta solo questo.
Per essere contagiati bisogna venire a contatto diretto con le secrezioni dell’ammalato, quindi con i liquidi corporei quali sangue, urina, feci, sudore, vomito, sperma, etc.
Inoltre, gli scienziati non sono a conoscenza di eventuali virus che abbiano radicalmente cambiato il loro modo di trasmissione.
Ad esempio, il virus H5N1 dell’influenza aviaria, che ha causato casi negli esseri umani sporadici dal 1997, è ormai endemico nei polli e nelle anatre in gran parte dell’Asia.
Questo virus è probabilmente circolato attraverso molti miliardi di uccelli per almeno due decenni.
La sua modalità di trasmissione rimane sostanzialmente invariata.
La speculazione che la malattia del virus Ebola potrebbe mutare in una forma che potrebbe facilmente diffondersi tra gli esseri umani attraverso l’aria è proprio questo: una speculazione senza alcuna prova.
La chiave per arginare l’epidemia è quella di utilizzare le dovute precauzioni per evitare il diffondersi del virus, come le tute di sicurezza che gli operatori sanitari indossano per trattare i pazienti.
A questo punto, sorge una domanda legittima.

Come ha fatto l’infermiera spagnola a contrarre l’Ebola se era protetta dalla tuta?
La notizia dell’infermiera spagnola contagiata dall’Ebola dopo aver assistito due pazienti infetti ha ulteriroremnte aumentato la paura e la confusione sul virus.
La donna si è recata nella stanza dei pazienti in due occasioni: per cambiare le lenzuola sporche di sangue e per ripulire la camera dopo il loro decesso.
L’infermiera ha manifestato i primi sintomi circa 4 giorni dopo la loro morte.
Secondo quanto dichiarato, la donna non ha escluso la possibilità di essersi toccata la faccia con il guanto contaminato dal sangue infetto, mentre si toglieva la tuta di protezione.
Portare una mano sul viso è un gesto talmente abitudinario che non facciamo caso a quante volte lo ripetiamo durante la giornate.
Magari lo avete fatto anche in questo momento senza esservene accorti.
Ad oggi sono passati 15 giorni dal manifestarsi dei sintomi, la donna è ancora viva e le condizioni sembrano migliorare.

Ma allora l’Ebola è altamente contagioso?
Rispetto alla maggior parte delle malattie comuni, l’Ebola non è particolarmente contagioso.
Il rischio principale di contrarlo, come detto sopra, avviene dai fluidi corporei di persone che sono visibilmente infette, in primo luogo sangue, saliva, vomito e (possibilmente) sudore.
La malattia si trasmette se queste secrezioni vengono a contatto con le mucose (rivestimento del naso, della bocca, ferite, e aree simili).
Ogni paziente nella corrente epidemia di Ebola sta infettando in media due persone sane (questa figura, nota come il valore di R0, può essere ridotta con le opportune precauzioni).
L’epidemia di Sars del 2002-03 ha avuto un R0 di cinque, parotite 10 e il morbillo un enorme 18.
In questo momento, circa 8.914 persone sono state confermate con diagnosi di Ebola, e di quelle 4.447 hanno, purtroppo, perso la vita.
Si tratta di un tasso di mortalità del 48% (anche se potrebbe aumentare) – tragicamente alto, ma non così male come potrebbe sembrare.
Tenendo conto dei numeri di morti causati ogni anno, le malattie più letali per l’uomo sono Malaria (parassitaria), Tubercolosi (batterica) e Aids (virale).
La diagnosi precoce, se combinata con adeguate cure mediche, aumenta la possibilità di sopravvivenza delle vittime e contribuisce a limitare la diffusione della malattia.

Si muore dissanguati con l’Ebola?
La maggior parte delle persone che pensano all’Ebola, anche grazie alle produzioni hollywoodiane, probabilmente si immaginano un virus letale e altamente contagioso che si si sparge per il mondo, colpendo tutti nel suo percorso e causando emorragie dagli occhi, orecchie e bocca fino a quando non vi è più alcuna goccia di sangue da versare.
In realtà, l’Ebola è qualcosa di diverso.
Circa la metà delle persone che contraggono Ebola muoiono.
Gli altri tornano a una vita normale dopo lunghi mesi di duro recupero che possono includere periodi di perdita di capelli, cambiamenti sensoriali, debolezza, stanchezza, mal di testa, e infiammazione di occhi e fegato.
Si è definitivamente guariti quando nel sangue non è più presente il virus, e il percorso può essere veramente faticoso.
Il virus può portare emorragie, ma circa la metà dei malati di Ebola non hanno mai sanguinato. All’inizio, l’Ebola colpisce come l’influenza peggiore e più umiliante che si possa immaginare. Porta la gente a sudorazione estrema, con febbre alta e dolori muscolari.
Poi inizia il vomito e la diarrea incontrollabile.
Questi sintomi possono apparire tra i 2 e i 21 giorni dopo l’esposizione al virus.
A volte, la gente va in shock.
A volte, sanguina.
A volte, circa la metà delle persone infettate con il virus muore, e questo di solito accade abbastanza rapidamente, entro pochi giorni o un paio di settimane.
Se si sopravvive, si è ancora infetti fino al debellamento completo del virus dal sangue, un percorso che può durare diverse settimane.
In questo periodo c’è ancora il rischio di trasmissione del virus, soprattutto per via sessuale.
La carica virale è stata vista sopravvivere nello sperma, così come nel latte materno, anche fino a 7 settimane dopo la guarigione.

Ecco come una persona sopravvissuta all’Ebola ha descritto come ci si sente dopo la malattia:
Non potevo muovermi dal letto. Non riuscivo a parlare. Non potevo fare niente. Ho perso 11 chili. Sono stato in ospedale per un mese prima di essere stato dimesso. Dopo due mesi, ho cominciato a migliorare. Ma avevo ancora problemi. Dimenticavo le cose. I miei capelli stavano cadendo finchè non divenni calvo. La mia pelle si staccava. Pesavo 11 kg in meno . Avevo palpitazioni cardiache. Ci sono voluti mesi prima che i capelli ricrescessero. Ho avuto problemi di memoria per un anno“.

Fonte: link

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