Un tunnel verso l’aldilà

Luogo: Orvieto

Papa clemente VII reduce dal sacco di Roma, decise di costruire questo profondo pozzo per assicurare l’acqua alla città di Orvieto in caso di assedio. Orvieto si erge infatti su un’alta collina già di per sè inespugnabile, con questo pozzo lo divenne definitivamente.
Profondo circa 62 metri e largo circa 13 metri, giunge a toccare le acque delle fonti di S. Zeno. Il progetto è da attribuire a Sangallo il Giovane, un genio in fatto di architettura se consideriamo la complessa struttura del pozzo. Esso è circondato da due indipendenti scalinate a doppia elica che non si incontrano mai. Infatti a scendere il pozzo si giunge alla zona della sorgente ed a risalire non si incontra chi ridiscende di nuovo. Questo venne fatto per facilitarne la presa dell’acqua e non ostacolare chi andava a prendere l’acqua con chi la trasportava in superficie. Il pozzo è illuminato da 72 finestroni che danno all’interno complesso un’immagine davvero strana e inquietante.
Il nome del pozzo non è casuale. San Patrizio è stato un santo evangelizzatore dell’Irlanda, una figura molto importante di transizione tra la religione celtica e il cristianesimo, si diceva che pregava nei pressi di una caverna molto profonda che si trovava in un isolotto dell’isola di Derg, nell’Irlanda nord-occidentale, perchè solo lì poteva essere in contatto con l’aldilà.
Si dice che Cristo stesso glielo abbia indicata, come porta per il mondo degli spiriti. Fu chiusa dal papa nel 1457, perchè era divenuta meta di “troppi pellegrini”. Ed ecco che il Pozzo di S. Patrizio diviene un tunnel di contatto con l’altra parte del mondo, non quello materiale, ma quello spirituale.
Scenderne la scalinata ti riporta infatti verso l’ignoto, verso la profondità della terra, un lungo viaggio nel buio dove alla fine si incontra l’acqua la fonte della vita. Non per nulla non venne realizzato mattone su mattone ma scavando direttamente nella nuda terra, come appunto la caverna di San Patrizio.

pozzo_sanpatrizio

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