Il miracolo eucaristico di Cascia

Luogo: Cascia, Basilica di S. Rita (PG)

Secondo antichi documenti conservati nel convento agostiniano di Perugia, nel 1330 a Siena un sacerdote, dovendo recarsi da un contadino infermo per portargli la comunione, aveva riposto tra le pagine del breviario l’ostia consacrata: al momento di somministrare il Sacramento, si sarebbe accorto che la particola si era trasformata in sangue, macchiando entrambe le pagine del libro.
Pentito per la propria leggerezza, il prete si recò allora al convengo agostiniano di Cascia, raccontando l’accaduto a padre Simone Fidati che gli concesse l’assoluzione per la poca devozione dimostrata e chiese di poter tenere con sè le pagine macchiate.
In seguito le reliquie furono conservate l’una a Perugia e l’altra a Cascia (PG), dove si trova tutt’ora nel nuovo santuario costruito al posto dell’antica chiesa di Sant’Agostino, custodita nello stesso luogo che ospita le spoglie di Santa Rita e del beato Simone Fidati.
La reliquia conservata a Cascia, custodita in un reliquiario d’argento, è oggetto da secoli di devozione. Il 10 gennaio 1401 papa Bonifacio IX riconobbe l’evento con una bolla, con la quale concedeva la stessa indulgenza della Porziuncola a quanti, “contriti e confessati”, avessero visitato la chiesa di Sant’Agostino il giorno del Corpus Domini.
Secondo alcuni, nella macchia di sangue impressa sulla pagine è possibile distinguere un volto umano sofferente, mentre dalla reliquia emanerebbe a volte lo stesso profumo emanato spesso dal corpo di Santa Rita. Non è rimasta traccia invece della reliquia conservata a Perugia, la cui devozione è però ricordata in alcune testimonianza dell’epoca.

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