Uluru

ULURU

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Luogo: nel Parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, 450 km a sudovest della città di Alice Springs (Australia)

Uluru (in inglese Ayers Rock) è il più imponente massiccio roccioso delloutback australiano. Circondato dalla superficie completamente piana del bush, Uluru è visibile da decine di chilometri di distanza ed è celebre per la sua intensa colorazione rossa, che muta in maniera spettacolare (dall’ocra, all’oro, al bronzo, al viola) in funzione dell’ora del giorno e della stagione; caratteristiche che ne fanno una delle icone dell’Australia. La superficie, che da lontano appare quasi completamente liscia, rivela avvicinandosi molte sorgenti, pozze, caverne, peculiari fenomeni erosivi e antichi dipinti.

Descrizione
Uluru è definito un monolito, ma più precisamente è una parte di una formazione rocciosa monolitica molto più grande e in parte sotterranea che comprende anche i Kata Tjuta e il Monte Connor. L’uluru si staglia per circa 320 m. rispetto al territorio circostanze; ha un’altitudine di 864 m s.l.m.; ha un diametro di circa 8 km, ed è caratterizzato da una superficie molto dura e pareti estremamente lisce a strapiombo.
Vicino all’estremità ovest di Uluru si trova la comunità aborigena di Mutitjulu. La popolazione locale si chiama Pijantjatjara o Anagu (che significa gente). A 17 km di distanza si trova invece il paese turistico di Yulara.
A 25 km da Uluru si trovano i monti Kata Tjuta, letteralmente “molte teste”, che fanno parte della stessa formazione rocciosa e hanno un simile colore rosso. I Pitjantjatjara e gli Yankunytjatjara chiamano i turisti che vanno a visitare Uluru e i Kata Tjuta minga tjuta, che significa “formiche”, così da descrivere l’immagine che danno dalla cima di queste formazioni.

Uluru nella mitologia aborigena
Uluru ha una ruolo particolare nella mitologia del dreamtime (“era del sogno” o tjukurpa) delle popolazioni del luogo. Il tjukurpa è un insieme di “miti di formazione”, volti a spiegare le caratteristiche geografiche del territorio come “tracce” dei viaggi e delle azioni di essere ancestrali. Inoltre, gli aborigeni ritengono che questi elementi geografici mantengano per sempre l’essenza vitale e creativa degli esseri che l’hanno generata. Queste creature ancestrali sono generalmente descritti come giganti in parte umani e in parte simili a animali o piante.
Il sito di Uluru porta i segni dell’attività di numerose creature ancestrali. La maggior parte dei miti sull’Urulu, sulle sue caverne, le sue pozze, le sue sorgenti, o le caratteristiche del paesaggio circostante sono segrete, e non vengono rilevate ai piranypa (i non-aborigeni); solo gli elementi generali della storia della formazione dell’Urulu sono noti.
Secondo il mito, Tatji, la Lucertola Rossa, che abitava nelle pianure, giunse a Uluru. Lanciò il suo kali (boomerang), che si piantò nella roccia. Tatji scavò la terra alla ricerca del suo kali, lasciando numerosi buchi rotondi sulla superficie della roccia. Questa parte della storia è volta a spiegare alcuni insoliti fenomeni di corrosione sulla superficie di Uluru. Non essendo riuscito a trovare il suo kali, Tatji morì in una caverna; i grossi macigni che vi si trovano oggi sono i resti del suo corpo.
Un altro mito riguarda due fratelli bellbird (un uccello australiano della famiglia dei passeri) che cacciavano un emù. L’emù fuggì verso Uluru e due uomini lucertola dalla lingua blu, Mita e Lungkata, lo uccisero e lo macellarono. (Alcuni grossi macigni nei pressi di Uluru sono interpretati come pezzi della carne dell’emù). Quando i fratelli bellbird giunsero sul posto, gli uomini lucertola diedero loro un misero pezzetto di carne, sostenendo che non c’era altro. Per vendetta, i fratelli bellbird diedero fuoco al riparo degli uomini lucertola. Questi cercarono di fuggire scalando le pareti della roccia, ma caddero e arsero vivi. Questa storia spiega i licheni grigi sulla superficie della roccia nella zona dove si sarebbero tenuto il pasto (che sono considerati traccia del fumo dell’incendio) e due macigni semisepolti ( i resti dei due uomini lucertola).
Queste e altre storie del dreamtime sono rappresentate da numerosi dipinti rupestri lungo la superficie dell’Uluru. Secondo la tradizione aborigena, questi dipinti vengono frequentemente rinnovati; fra gli innumerevoli strati di pittura, i più antichi risalgono a migliaia di anni fa. Diversi luoghi lungo il perimetro dell’Uluru hanno valenza religiosa particolarmente forte e i turisti che li visitano sono soggetti a diversi livelli di proibizione “per esempio di non avvicinarsi a determinati luoghi o non scattare fotografie).

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