La Radioestesia

LA RADIOESTESIA

radioestesia

Cos’è la radioestesia
Strettamente parlando il nome radOestesia significa “sensibilità alle emissioni”, infatti si presume che oggetti e persone siano caratterizzati da una emissione di qualche tipo (presumibilmente elettromagnetica).
Grazie ad uno strumento, che può essere il pendolino, la bacchetta o il biotensor, il radiestesista pone un quesito, che può spaziare in qualunque campo del noto o dell’ignoto, e ottiene una risposta. La domanda deve essere chiara e concisa e può ottenere soltanto una risposta del tipo SI o NO. Ad esempio “Riuscirò ad andare in vacanza quest’anno?”.

Che cosa si intende con radioestesia fisica e con radioestesia mentale? 
Radioestesia mentale
La radioestesia mentale è quella più universalmente conosciuta per cui con un pendolo “neutro” (cioè non solo non specializzato, ma possibilmente privo di polarità) si pongono delle domande, utilizzando oppure no dei quadranti, cercando di tenere a mente l’obiettivo della nostra ricerca.
In base a riflessi muscolari involontari e inconsapevoli, costruiti con esercizi precedenti, il pendolo si muove secondo la nostra convenzione mentale (ad esempio la rotazione oraria può significare SI e quella antioraria NO, con eventuali sfumature e gradazioni).
L’utilizzo di quadranti tradizionali come la scala Bovis, o creati da noi per il nostro specifico bisogno, permette di quantificare o perfezionare la risposta del pendolo che, muovendosi nella direzione di uno dei valori riportati sul quadrante, sarà in grado di darci una risposta più precisa.
La probabilità di errore può essere elevata, anche se si riscontrano numerosi successi e risposte stupefacenti per la loro esattezza.
Il ruolo dell’operatore è fondamentale, e anche il suo stato psicologico nel momento in cui effettua l’analisi, e questo è probabilmente il punto più debole della questione.
Radioestesia fisica
La radioestesia fisica parte invece dal presupposto che un’emissione generata da un oggetto, un luogo, una persona, una situazione, sia univoca e invariabile.
L’operatore non interviene con un particolare atteggiamento mentale, anzi per lo più deve mantenersi neutro.
In questo tipo di analisi il radioestesista deve utilizzare uno strumento in grado di selezionare l’onda ricercata, quindi un rilevatore specializzato.
La sua capacità personale, a parte l’addestramento nell’uso dello strumento, assume un ruolo marginale.
Entrano in gioco qui le onde di forma, che sono una realtà e non una pura creazione dell’immaginazione.

Bisogna essere dotati di un dono particolare per praticare la radioestesia?
Come in tutte le cose ci può essere qualcuno più portato di altri verso la pratica della radioestesia, ma con un allenamento costante tutti possiamo ottenere delle grandi soddisfazioni (e anche delle sorprese stupefacenti) dal nostro pendolino.
L’uso del pendolo è un’estensione del senso del tatto, di cui tutti siamo dotati.
L’impulso al movimento del pendolo deriva dai micro-movimenti dei polpastrelli che stringono la cordicella di sospensione.
Una persona particolarmente allenata potrebbe teoricamente ottenere degli ottimi risultati anche senza pendolo, semplicemente osservando e analizzando il movimento quasi impercettibile delle dita.
Una volta che abbiamo stabilito razionalmente il nostro codice movimento/significato è importante “passare” lo stesso codice al nostro subconscio, che in poco tempo saprà quindi tradurre la percezione in movimento automatico.
Possiamo paragonare questo processo allìapprendimento di una nuova lingua: una parola appena imparata dovrà essere pensata, poi pronunciata, poi acquisita e resa automatica, fino ad essere fluida e facilmente inclusa in una frase.
La difficoltà in più è che qui si tratta di imparare un linguaggio nuovo con uno strumento nuovo (il pendolo, ovvero il nostro senso del tatto).
Gli esercizi consigliati saranno graduali e si passerà dal conosciuto (domande di cui si conosce la risposta) allo sconosciuto (domande di cui non si conosce la risposta che però potrà e dovrà essere verificata immediatamente) all’ignoto (domande di cui non si può conoscere la risposta in altro modo).
L’ignoto (ovvero il non noto) è quello per cui stiamo lavorando e sviluppando la nostra capacità e la nostra sensibilità radioestesica.

I quadranti radioestesici

Cosa sono i quadranti radioestesici
I quadranti utilizzabili in radioestesia sono moltissimi, alcuni molto specifici, altri di utilizzo generale. Nulla vieta di costruirsi da sé i propri quadranti per un uso particolare. In linea di massima la regola che consigliamo è di realizzare dei quadranti semicircolari perché più comodi e pratici per un uso con il pendolo, ma esistono quadranti circolari e lineari altrettanto validi. In fondo è una questione di abitudine.
I quadranti possono essere utilizzati per ottenere risposte più dettagliate alle nostre domande, per definire una quantità, per stabilire un intervallo di tempo, per valutare il tasso vibratorio di qualcuno o di qualcosa. Oppure, come nel caso dell’equatore De La Foye, per determinare il “colore” vibratorio di una forma.
Proponiamo i quadranti di uso più comune e quelli che possono servire più frequentemente: il quadrante per la misura in unità Bovis e l’equatore di Jean De La Foye. Forniamo inoltre un quadrante generico su scala 0-100 che può essere utile per numerose misurazioni (ad esempio misure in percentuale).

IL QUADRANTE 0-100

0-100

IL QUADRANTE BOVIS
Il quadrante Bovis permette di misurare la “vibrazione” di un luogo, di un essere vivente o di un oggetto in base alla convenzione più utilizzata in radioestesia: le “unità Bovis”.
Il quadrante originale è in forma di righello orizzontale, ma è stato in seguito trasformato in semicerchio, forma più logica e pratica per un utilizzo con il pendolo.

bovis

Nota: spesso i risultati sono diversi a seconda della persona che effettua la misura a causa della mancanza di riferimenti comuni. Si tratta quindi di una misura relativa, e non assoluta: vale esclusivamente per chi misura! Chi misura avrà comunque dei valori costanti e attendibili, per cui potrà fare tranquillamente tutte le sue valutazioni. Naturalmente più persone possono essere, per così dire, tarate in maniera simile ed ottenere valori analoghi.

Come si usa
Si lancia il pendolo da sinistra a destra, sulla linea del punto Zero, e si chiede: “Qual è la vibrazione in unità Bovis di (questa persona, questa stanza, il luogo preciso in cui mi trovo, questa pianta, questa musica, questo oggetto…).
Il pendolo si muoverà verso il valore corrispondente. 
Per l’essere vivente gli studi di Bovis hanno stabilito che il tasso vibratorio normale si situa tra le 6.500 e le 9.000 unità.
Attenzione: lo scopo non è ottenere il tasso vibratorio più elevato possibile.
Per stabilire se un luogo o un oggetto sono positivi per noi si ricercherà in generale un tasso vibratorio leggermente superiore al proprio tasso medio.
Il Biometro di Bovis è uno strumento di misura indispensabile per chi studia le bio-energie.
Esso è suddiviso in quattro zone: da 0 a 6.500 unità, da 6.500 a 10.000, da 10.000 a 14.000 e da 14.000 a 18.000 unità Bovis.
Naturalmente il grafico può essere esteso fino a valori di 36.00-40.000 unità, adatti per la misura di oggetti (ad esempio l’anello di Atlante) e luoghi (ad esempio la chiesetta di Avenas nel Beaujolais) particolarmente radianti.
Nella scala Bovis il riferimento di base è di 6.500 unità, misura media dell’essere umano in buona salute. Qualunque misura inferiore indica una perdita di energia, qualunque misura superiore indica un guadagno, una riserva di energia.

Esistono tre “riferimenti/settori” vibratori:

1° Settore: settore fisico, che va da 0 a 10.000 unità, che darà l’intensità di un luogo la cui vibrazione avrà un effetto sul fisico dell’essere umano.
2° Settore: settore energetico; si supera il concetto di Bovis e si penetra nel campo del mondo energetico, chiamato anche corpo eterico. Questo settore va da 10.000 a 14.000 unità.
3° Settore: settore spirituale; si penetra sottilmente nel campo spirituale e in un universo esoterico che può essere misurato nei luoghi sacri. In Egitto le misurazioni sulla piramide di Cheope hanno dato valori che andavano dalle 28.000 alle 30.000 unità.

Il Tasso Vibratorio corrisponde ad una intensità energetica, vale a dire ad uno scambio tra i diversi elementi di tutto ciò che esiste. Noi siamo composti di energia densa e viviamo in un “bagno” di energia. Esiste un’interazione permanente tra questi diversi tipi di vibrazione. Nell’universo e su questo pianeta nulla è “neutro”, tutto agisce su tutto; l’individualismo energetico non esiste, e questo è il motivo per cui qualunque nostra azione, quale che sia la sua forma, agisce e a volte modifica ciò che ci circonda.

L’EQUATORE DI JEAN DE LA FOYE
Utilizzo dei colori per misurare prodotti diversi in radiestesia 
L’Equatore di Jean De La Foye, o Quadrante Universale, è uno strumento di radioestesia estremamente utile e interessante per tutte le analisi radioestesiche.
Ciascun oggetto, essere vivente, pianta, rimedio emette una vibrazione che può essere codificata con una lunghezza d’onda, e quindi con un “colore”, che si esprime in una fase elettrica oppure magnetica. In linea generale la fase elettrica è nociva mentre quella magnetica è benefica.
Con il quadrante universale è possibile scoprire quale tipo di emissione caratterizza un certo oggetto, o cibo, o persona. Vediamo come è possibile costruirlo ed utilizzarlo…

Il quadrante universale
Il quadrante universale è costituito da un cerchio suddiviso in gradi (con una precisione di mezzo grado) e orientato rispetto ai punti cardinali, dove il Nord è sul punto zero.

Il cerchio è diviso in due parti:
una parte elettrica a Est (da 0 a 180 gradi)
una parte magnetica a Ovest (da 180 a 360 gradi).

Alle suddivisioni in gradi corrispondono dei “colori” collocati ogni 15 gradi.
Il significato della parola “colore” non è da intendere nel senso fisico del termine. Un “colore” in questo caso corrisponde infatti ad un intervallo tra più lunghezze d’onda che può anche situarsi nella frazione vibratoria “non visibile”.

I colori rappresentati sono i seguenti:
– Verde positivo (V+)
– Blu (Bu)
– Indaco (Ind)
– Viola (Vi)
– Ultra-Violetto (UV)
– Bianco (Bc)
– Verde negativo (V-)
– Nero (N)
– Infrarosso (IR)
– Rosso (R)
– Arancio (O)
– Giallo (J)

Ciascuno di questi colori compare due volte sul quadrante, una volta sul lato elettrico e un’altra volta sul lato magnetico.
Il quadrante universale permette di codificare tutto ciò che viene percepito in ambito vibratorio.
Durante un’analisi radioestesica, ad esempio, con un qualsiasi pendolo, il testimone da misurare viene posto a sud, sotto il punto 180°, in una zona esterna al quadrante che chiameremo “zona testimone”.
Una lancetta in rame fissata nel centro viene spostata lungo la circonferenza, in corrispondenza di ciascun colore, sia in fase elettrica che in fase magnetica.
Il pendolo reagisce (ovvero si muove) sul testimone quando la lancetta passa sul colore che corrisponde alla sua emissione.

Come realizzare il proprio quadrante universale:

universale

Salvate e stampate questo quadrante (vedi spoiler siopra) ed eventualmente ingranditelo fino a fargli raggiungere un diametro da 21 a 27 cm.
Incollate la copia del quadrante universale su un cartoncino spesso o su una tavoletta di compensato, avendo cura di collocare al di sopra dell’asse Nord-Sud un cerchio (diametro di 12 mm o 60 mm). Grazie ad esso non dovrete più orientare il vostro quadrante, che altrimenti dovrebbe essere orientato a Nord.
Sistemate al centro del cerchio un’astina rigida non ferrosa (meglio se in rame) della lunghezza del raggio del cerchio. Fungerà da lancetta.
Può essere un’astina piegata a L, la cui parte più corta sarà inserita in un foro, passante da parte a parte, al centro del cerchio.

Come fare la misura
Per realizzare una misura vibratoria di un oggetto o di un testimone procederete in questo modo:

1. Cominciate a percepire le reazioni del vostro quadrante, senza testimoni. Tenete un pendolo leggero sospeso sopra il punto dove sarà messo il testimone (a sud del grado 180°, in una zona esterna al quadrante). Quando la lancetta è sul V+, a nord o a sud, otterrete un movimento alternato (3 o 4 giri in un senso e poi nell’altro senso). Spostate la lancetta verso destra, nella fase elettrica, terra. Il pendolo sospeso sopra la zona testimone (ancora vuota per il momento), girerà in senso antiorario. Spostate la lancetta a sinistra, nella parte magnetica, cosmo: il vostro pendolo girerà in senso opposto, ovvero in senso orario.
2. Sospendete ora il pendolo davanti alla lancetta, che è nella zona sinistra del quadrante: girerà in senso negativo (antiorario). Se la lancetta è invece nella parte destra con il pendolo davanti, il pendolo girerà in senso orario, mentre, come abbiamo visto, con questa posizione della lancetta il pendolo sospeso sulla “zona testimone” girava in senso antiorario.
3. Collocate il vostro testimone nella “zona testimone”, ovvero a sud del quadrante sotto il V+, in corrispondenza dei 180°. Sospendete il pendolo sul testimone, poi fate ruotare lentamente la lancetta sulla circonferenza e aspettate una reazione del pendolo: esso comincerà a ruotare quando si verificherà una corrispondenza, quindi una risonanza, tra la vibrazione-colore selezionata e l’emissione vibratoria del testimone (ad esempio per un testimone aceto otterrete una reazione del pendolo quando la lancetta passerà su IR, infrarosso).

Esempio di risultati
Per frutta e verdura trattate con prodotti chimici si avrà la reazione che segnala l’inquinamento con la lancetta nel semicerchio elettrico (e con una rotazione antioraria), spesso tra infrarosso e arancione.

I prodotti che sono stati conservati in luoghi inquinati da un punto di vista tellurico avranno una reazione con la lancetta su UVE (ultravioletto elettrico).
La radioattività si manifesta con il NE (nero elettrico).
Sui prodotti biologici otterremo una neutralità (assenza di reazioni), o in certi casi una reazione sul ViM (viola magnetico, semicerchio a sinistra).
Le verdure prodotte in una coltivazione biodinamica danno reazioni su più colori in fase magnetica, tra cui Blu, Giallo e Verde+.
Il testimone di una persona in buona salute darà una reazione tra 45° e 55° in fase elettrica e tra 220° e 225° in fase magnetica. Se si ottiene una reazione del pendolo tra 55° e 105° significa che esiste qualche anomalia, e potremo trovare in fase magnetica una reazione sul colore (e quindi sulla frequenza) che può apportare una correzione. In questo caso è molto facile con il Pendolo Universale PU6 emettere sul testimone della persona la vibrazione correttiva identificata e riportare l’armonia e l’equilibrio.
Le infezioni e la febbre danno una reazione intorno al Rosso.
Le persone stressate o angosciate daranno una reazione su UVE (ultravioletto elettrico) e sul Giallo.

Testando nello stesso modo diversi rimedi, anche omeopatici, potrete scegliere quello che comporta l’emissione di colore” più adatta, generalmente quella opposta a quella rilevata per il problema. Quindi, problema che evidenzia un “colore” in fase elettrica => rimedio utilizzando il “colore” opposto in fase magnetica.

COME INTERPRETARE IL PENDOLINO
n base ad un codice arbitrario e predeterminato il radioestesista interpreta il movimento del suo strumento; potrà ad esempio stabilire che la rotazione oraria del pendolino significa SI, quella antioraria significa NO, e anche aggiungere altri significati agli altri possibili movimenti (oscillazione avanti-indietro, oscillazione destra-sinistra, immobilizzazione del pendolino).
Questa attribuzione di significati ai movimenti del pendolo è un esempio e ciascuno potrà decidere liberamente l’associazione movimento/significato. L’importante è che una volta stabilito un codice questo sia mantenuto una volta per tutte e che sia chiaro e inequivocabile per l’operatore. Anche l’intensità del movimento può assumere un significato, ad esempio rotazione oraria netta e decisa = SI certo, rotazione oraria debole o ovalizzata = SI incerto.

E’ IL PENDOLINO CHE SI MUOVE IN MODO AUTONOMO?
Assolutamente NO. Se sospendiamo un pendolino ad un supporto fisso non si otterrà alcun movimento. E’ ovvio che è l’operatore a indurre il movimento. Quello che è meno ovvio è che questo processo è inconscio, per cui quello che succede in realtà è che lo strumento amplifica un movimento involontario e inconsapevole
dell’operatore facendo emergere una percezione che normalmente non verrebbe alla coscienza. Questo toglie validità alla radiestesia? No, perché comunque funziona, anche per rispondere su argomenti che l’operatore non conosce, per ritrovare oggetti perduti, per ottenere indicazioni che si dimostrano valide, veritiere e attendibili, e anche se ancora non sappiamo spiegarci il meccanismo. Si può supporre che un atteggiamento mentale corretto (vedi dopo) ci consenta di superare la barriera del razionale per andare ad attingere nell’immenso serbatoio dell’inconscio, anche quello collettivo, per ottenere informazioni non note. Il pendolo “amplifica” questa percezione trasformandola in un impulso neuro-muscolare, che si traduce nel significato che noi stessi abbiamo attribuito.

COME SI IMPUGNA IL PENDOLINO?
Innanzitutto con la mano destra se si è destri e con la sinistra se si è mancini. Sembra una banalità ma non lo è se pensiamo che ci sono degli esercizi in cui per aumentare la sensibilità globale le mani dovranno essere invertite.
Si stringe la cordicella di sospensione fra pollice e indice, cercando di tenere la mano e il braccio il più morbidi possibile. Ricordiamo che si tratta del senso del tatto, quindi qualsiasi contrazione muscolare, anche piccola o involontaria, può essere controproducente. A questo scopo un buon esercizio è quello di muoversi per la stanza con il pendolino in mano, senza preoccuparsi dei suoi eventuali movimenti, girare intorno agli oggetti, a una sedia etc., semplicemente per imparare a tenere il pendolino in mano con scioltezza e senza contrazioni muscolari. Solitamente l’analisi radiestesica si fa da seduti; i gomiti non devono essere appoggiati al tavolo e si deve assumere una posizione comoda e rilassata.
Per determinare la lunghezza migliore della cordicella di sospensione (cioè a quale distanza dal pendolo devono trovarsi pollice e indice) conviene fare una prima prova: si prenda una carta da gioco (ad es. il sette di cuori) e la si ponga sul tavolo con il pendolo sospeso a circa 1 cm di distanza. Quindi mentalmente o ad alta voce si chiede “la carta sotto il pendolo è il 7 di cuori?”. La risposta naturalmente è SI e il pendolo dovrà muoversi secondo il codice che abbiamo prestabilito per il SI (ad es. girerà in senso orario). Ripetiamo la stessa operazione tenendo la cordicella a diverse altezze e verifichiamo qual è quella che ci restituisce il movimento più netto, pulito e deciso. Mediamente si opta per una distanza che va dai 2 ai 7 cm.
La questione è assolutamente personale, e si vedrà col tempo che la lunghezza più adatta può variare anche a seconda del tipo di pendolo utilizzato.

QUALE PENDOLINO SCEGLIERE?
Qualsiasi oggetto sospeso ad una cordicella può fungere da pendolo, quindi anche un tappo di sughero attaccato ad un filo; è ovvio però che le “prestazioni” dello strumento variano anche a seconda delle sue caratteristiche fisiche (peso e forma principalmente e secondariamente il materiale di cui è fatto).
In linea generale più il pendolo è leggero più è “facile” (adatto ai principianti perché reagisce al minimo movimento), ma perde in precisione; più il pendolo è pesante più è preciso (adatto a chi è più esperto), ma tende a muoversi con maggiore difficoltà (ovvero reagisce sotto un impulso neuro-muscolare più deciso).
Le forme a punta sono più reattive di quelle sferiche o cilindriche, indicate per certi tipi di ricerca che non trattiamo qui.
Tutti i materiali vanno bene (legno, metallo, cristallo) ad esclusione della plastica che va evitata, anche e soprattutto per la cordicella di sospensione (no fili di nylon). Le differenze tra un materiale e l’altro diventano importanti nella radiestesia più avanzata, come pure l’eventuale colore del pendolo.
Un pendolo molto particolare: il pendolo egiziano o pendolo di Thot.

IL TESTIMONE
Quando si affronta un’analisi radioestesica si utilizza di norma un “testimone”, ovvero un oggetto, un biglietto scritto, una fotografia, o qualunque altro oggetto che abbia attinenza con la cosa ricercata. Se ho perso le chiavi di casa posso fare un loro schizzo su un foglio di carta, unire il portachiavi a cui di solito erano attaccate, scrivere in stampatello su un foglio “chiavi di casa di (nome del proprietario) di via (indirizzo della casa)”. Se voglio conoscere qualcosa di una persona posso scrivere su un foglietto nome, cognome, indirizzo e data di nascita, oppure utilizzare una sua foto. Il testimone è un aiuto molto importante nella ricerca perché aiuta la mente a sintonizzarsi sull’emissione di quel particolare oggetto o persona. Tuttavia è possibile servirsi anche solo del pensiero e della visualizzazione; se sto cercando un colore posso passare mentalmente in rassegna i colori possibili e osservare su quale il pendolo reagisce positivamente. Questo secondo metodo è però molto più difficile.
NOTA: un testimone scritto su carta (usate sempre fogli bianchi e inchiostro nero) assumono la completa vibrazione di ciò che significano dopo circa tre giorni di “invecchiamento” (esistono sistemi per accelerare questo processo, come ad esempio l’uso del decagono, ma non ne parleremo qui poiché l’argomento è lungo e complesso e rientra nell’ambito della Radionica). Preparatevi quindi i testimoni con un certo anticipo in modo da essere certi che siano validi da un punto di vista emissivo e vibrazionale.

L’ATTEGGIAMENTO MENTALE
L’individuazione del testimone più adatto non è sufficiente, ma va affiancata al corretto orientamento mentale. L’operatore deve avere in mente soltanto l’oggetto della sua ricerca, evitando pensieri parassiti che sicuramente la influenzerebbero. E’ quindi di fondamentale importanza trovare un momento di calma, senza il pensiero di impegni successivi o di preoccupazioni di altro genere (devo andare all’appuntamento, ho la spesa da fare, tra mezz’ora devo fare una telefonata…). Più ci si concentra sull’oggetto della ricerca più le risposte del pendolo saranno nette e decise. Per facilitare la concentrazione, che deve in realtà essere un pensiero costante ma senza sforzo, si può osservare per qualche istante il testimone ripetendosi mentalmente l’obiettivo della ricerca.
Non supponete il risultato, non cercate di indovinare: il pendolo è estremamente sensibile al pensiero e si muoverà inevitabilmente nel senso che state pensando, RIMANETE SPETTATORI PASSIVI del suo movimento. Questa è la parte più difficile e questo è il motivo per cui fare una ricerca per se stessi su un argomento sul quale siamo emotivamente carichi presenta notevoli difficoltà.
La presenza di terze persone può produrre false risposte per lo stesso motivo. L’operatore deve essere passivo durante la ricerca, e se lo è diventa molto facilmente influenzabile anche dal pensiero di chi è presente e che, volontariamente o inconsapevolmente, “pensa” al risultato che immagina debba venire. Fate la prova!!

Esercizi sul conosciuto
Non saltateli. Sembrano banali e vi sentirete forse un po’ ridicoli nel farli ma sono FONDAMENTALI per attivare il codice percezione/movimento neuro-muscolare. Passate agli esercizi successivi soltanto quando con questi esercizi le risposte saranno decise, veloci e senza tentennamenti.

Esercizio 1
Prendete due carte da gioco uguali (ad es. due Re di Picche).
Mettete una delle due carte sul tavolo, scoperta (carta 1).
Mettete l’altra a fianco, scoperta, sul lato sinistro (carta 2). Sul lato destro se siete mancini.
Sospendete il pendolino sopra la carta 1 e toccate con l’indice sinistro la carta 2, guardandola.
Ponete il quesito (mentalmente o ad alta voce): “C’è corrispondenza fra queste due carte?”
La risposta naturalmente è SI, e il pendolo dovrà muoversi girando in senso orario. Non stimolate voi il movimento, ma rimanete spettatori.
Ripetete diverse volte, fino a quando il movimento del pendolo sarà netto e immediato.

Esercizio 2
Mettete la carta 1 sul tavolo, scoperta.
Mettete la carta 2 a fianco, scoperta, sul lato sinistro.
Sospendete il pendolino sopra la carta 1 e guardate la carta 2, senza toccarla.
Ponete il quesito (mentalmente o ad alta voce): “C’è corrispondenza fra queste due carte?”
Il pendolo dovrà girare in senso orario.
Ripetete gli esercizi 1 e 2 con la carta 2 coperta.

Esercizio 3
Ritagliate dei foglietti di carta colorata, due per colore, di almeno 5 colori diversi.
Disponete la prima serie di foglietti davanti a voi e tenete nella mano sinistra uno dei foglietti della seconda serie (di cui conoscete il colore). Spostate il pendolo successivamente sui foglietti della prima serie: dovrà girare in senso antiorario su tutti i foglietti tranne che su quello di cui avete in mano il testimone.
Ripetete più volte, anche con altri colori come testimoni.
Sull’esempio di questi potrete naturalmente moltiplicare gli esercizi possibili, dando libero sfogo alla vostra creatività…

Esercizi sullo sconosciuto
Quando sarete ferratissimi negli esercizi sul conosciuto potrete passare agli esercizi più interessanti sullo sconosciuto. Mettete in conto numerosi sbagli, non preoccupatevi perché è assolutamente normale e soprattutto NON SCORAGGIATEVI. Anche un esercizio non riuscito ha una sua importantissima valenza.

Esercizio 4
Riprendiamo l’esercizio con i foglietti colorati (esercizio 3), ma questa volta non conoscerete il colore testimone (mescolate i foglietti sotto il tavolo e sceglietelo senza guardare, oppure fatelo scegliere da qualcun altro, che però non dovrà assistere all’esercizio per non influenzarvi).
Ripetete più e più volte, fino a quando non riuscirete ad individuare il colore giusto.
Non pensate al movimento del pendolo ma cercate di percepire se e cosa succede sui polpastrelli delle dita che tengono la cordicella. E’ probabile che quando sarete sul colore giusto sentirete un appesantimento del pendolo, anche se minimo e quasi impercettibile. Concentratevi sulle piccole percezioni che avrete sulle dita passando sui diversi colori e non preoccupatevi se all’inizio il pendolo non si muove o quasi.

Esercizio 5
Prendete 3 coppie di carte da gioco uguali (es. due Re di Picche, due 7 di quadri, due Assi di fiori).
Mescolate i due mazzetti separatamente, disponete le carte del mazzo 1 coperte sul tavolo e scegliete una carta dal mazzo 2. Scopritela, guardatela per qualche istante, toccatela e con il pendolo passate in rassegna le tre carte coperte chiedendo la “corrispondenza”.
Le varianti a questo esercizio sono infinite: scegliere una carta dal mazzo 2 e lasciarla coperta, scoprire tutte le carte del mazzo 2 e cercare di individuare le corrispondenti coperte del mazzo 1 solo guardandole.
E naturalmente, col tempo, aumentare il numero di carte.

Esercizio 6
Provate con degli oggetti reali: prendete due bicchieri d’acqua uguali e sciogliete nel primo un cucchiaino di zucchero e nell’altro un cucchiaino di sale. Pensate al sale, tenete in mano un foglietto con scritto SALE o toccate del sale, e cercate di individuare il bicchiere con l’acqua salata.

Esercizio 7
Scoprite il tempo che farà. Scegliete un posto e abbiate ben chiaro in mente che fate l’analisi per quel determinato luogo e per un determinato momento (ad es. lunedì della prossima settimana). Scegliete un momento distante nel tempo in modo da non farvi influenzare dalle previsioni meteo ufficiali.
Scegliete un luogo per il quale potete verificare la vostra previsione (dove abitate voi o dove abita qualcuno che potrà dirvelo).
Preparate dei foglietti testimone con le possibili condizioni climatiche (nuvoloso, sole, pioggia, vento etc.) e usate il pendolo per individuare quello corretto.
Anche nel caso degli esercizi sullo sconosciuto potrete inventare moltissime opportunità di allenamento.

Consigli:
Non caricate emotivamente di significato l’esercizio: l’ansia di riuscire è controproducente, considerate l’esercizio come tale e cioè come modo per affinare la vostra sensibilità e non per avere necessariamente la risposta giusta, almeno per il momento. Lo ripeto, anche un esercizio non riuscito vi insegnerà col tempo l’atteggiamento mentale corretto e la corretta trasmissione dell’impulso dall’inconscio alle vostre dita.

Alcuni metodi conosciuti:
Il pendolo si adatta perfettamente ad ogni tipo di investigazione.
– Per esempio si può conoscere il carattere di una persona, tramite un foglio sul quale è impressa la sua scrittura, se l’oscillazione del pendolo è rotatoria il carattere sarà affetto da attacchi d’ira, se oscilla perpendicolarmente si tratta di una persona buona, se cambia spesso il moto d’oscillazione vuol dire che siamo di fronte a una persona instabile e lunatica, con un carattere non ben definito.
– Possiamo inoltre scoprire il sesso dei figli che si avranno, o che una persona ha già avuto: questa pratica è molto diffusa, si prende la mano sinistra della persona e fermando sopra di esso il pendolo (le nostre nonne utilizzavano un ago) questo comincerà a oscillare, se il moto è perpendicolare il primo figlio sarà maschio, se oscillerà in senso rotatorio sarà una bambina, al momento in cui si conclude spontaneamente l’oscillazione si procede con la scoperta del sesso del secondo figlio e così via.

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