Le immagini dopo la vita

Le immagini dopo la vita

L’anima è uno dei misteri più profondi riguardanti l’uomo. Esiste veramente?
La discussione è aperta da molto tempo.
Oggi c’è chi dice di poterla fotografare nel momento in cui si stacca dal corpo…

A volte sembra di essere vicini a delle risposte, come quando era stato dichiarato che il corpo al momento della morte perdesse 21 grammi, considerati il peso dell’anima.
Ma poi venne scoperto che quel numero era soltanto l’ultima riserva d’aria espulsa dai polmoni quando una persona spira.
Oggi, forse, la scienza sta riuscendo a compiere un grande passo, grazie a uno studio lungo dieci anni e una prova molto più consistente.

Qui vi mostriamo le immagini dell’anima: prima della morte, durante il trapasso, e dopo la morte.

Konstantin Korotkov
Lo studioso russo Konstantit Korotkov, direttore del Research Institute of Physical Culture di San Pietroburgo, afferma di essere riuscito a immortalare l’attimo della disincarnazione, il momento esatto in cui l’anima lascia il corpo: un esperimento ai confini con la realtà, compiuto da un vero e proprio scienziato.
Il dottor Korotkov, insieme ad un équipe di specialisti in medicina, biologia, ottica, informatica, psichiatria e fisiologia, ha posizionato una fotocamera bioelettrografica davanti alla persona in fin di vita, scattando una sequenza di foto.
Korotkov è considerato l’erede del professor Kirlian, inventore di una macchina in grado di fotografare l’aura vitale di una persona.
Kirlian scoprì l’effetto nel 1939, quando dimostrò come una normale pellicola fotografica potesse catturare l’immagine dell’alone luminoso.
In seguito la cosiddetta tecnica Kirlian venne adottata dal Ministero della Salute russo e utilizzata da oltre trecento medici di tutto il mondo come monitoraggio per malattie come il cancro.
Il metodo è stato perfezionato da Korotkov con il GDV (Gas Discharge Visualization) e applicato alla persona in punto di morte.
L’immagine ripresa (vedi sopra) mostra in blu la forza vita o anima che lascia il corpo a poco a poco, per poi colorarsi di rosso nel momento in cui il soggetto spira.
Secondo lo studio, l’ombelico e la testa sono le zone che per prime perdono la loro forza vitale, l’inguine, il cuore le ultime: dopo di che lo spirito abbandonerebbe definitivamente il corpo per proseguire il suo percorso nell’Aldilà, qualsiasi cosa si intenda con questo concetto.

L’anima non si rassegna
Lo scienziato russo ha affermato (a giudicare dalle immagini) che l’anima cercherebbe più volte di fare ritorno nel corpo, in particolare nei casi di morte improvvisa: le onde elettromagnetiche fosforescenti catturate nelle foto sarebbero proprio l’energia contenuta nell’anima, dunque, che rimarrebbe vicino al corpo anche nei giorni seguenti alla morte, per un periodo fra le otto e le quarantotto ore, come se faticasse ad accettare il distacco definitivo.
Le ricerche dello scienziato russo troverebbero eco nelle principali credenze religiose tradizionali: il cristianesimo in origine impediva di seppellire i corpi prima che fossero passati tre giorni, cioè prima del distacco totale dell’anima da essi.
Nel Nuovo Testamento è scritto che Gesù resuscitò il terzo giorno dopo la sua morte sulla croce.
Anche gli Egizi credevano che dopo la morte una parte dell’anima restasse intorno al corpo ancora per tre giorni, un’altra parte quaranta giorni e l’ultima, il Ka, ovvero il Doppio, fino alla decomposizione totale del corpo.
Proprio per questo il Faraone veniva mummificato, per impedire l’abbandono del Ka e consentire la sua reincarnazione.
Ma lo studio di Korotkov e del suo staff scientifico evidenzia anche la differenza di immagini ottenute a seconda del tipo di trapasso: nella morte normale l’anima, o alone energetico, lascia il corpo con leggere vibrazioni che si attenuano sempre di più; nella morte violenta, si scatenano forti vibrazioni con un distacco brusco.
Come se il corpo trasmettesse delle informazioni riguardanti gli ultimi istanti di vita.
L’istituto di San Pietroburgo sta proseguendo le sue ricerche, che coinvolgono anche scienziati di altri paesi.
Ci vorrà ancora del tempo per capire se siamo davvero riusciti a catturare il momento in cui l’anima abbandona la materia.
E resterà comunque la domanda: Dove va quell’energia? Si disperde nell’ambiente, si reincarna in un’altro corpo o raggiunge un mondo ultraterreno?
Un mistero antico come la razza umana…

Fonte: link

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