N.D.E. di Cecil

N.D.E. di Cecil (11 anni): IL RACCONTO DI CECIL:
Mio fratello ed io eravamo andati a nuotare.
Aveva un problema.
Ho cercato di tenerlo fuori dell’acqua, ma nel suo panico mi ha tirato giù molte volte.
Noi affogammo entrambi.
Lui é morto e io sono ritornata.
Posso ricordare tutto come se fosse ieri.
Come non potei restare più a lungo a galla, udii un suono strano simile ad un tintinnio nelle mie orecchie.
Un sentimento pacato è calato su di me.
Ho sentito il mio spirito venire fuori del mio corpo e sono andata in un vuoto nerissimo, era un pò spaventoso.
In lontananza c’era un puntino di luce.
Mi sono mossa verso di esso, lentamente al’inizio, ma poi più veloce, sempre più veloce come se fossi stata su un treno che accelera.
Poi mi sono fermata e mi sono trovata immersa nella luce.
Ho osservato tutto: cielo, edifici, vetrate che emettevano luce propria.
E’ tutto era molto più colorato di quello che vediamo qui.
Un fiume descriveva meandri tutt’intorno.
Sull’altra riva vi era una città, ed una strada che portava da una città ad un’altra, e ancora un’altra città e così via.
Proprio di fronte a me, aldilà del fiume vi erano tre uomini.
Si sono proiettati verso di me. Non hanno camminato o volato, si sono proiettati verso me.
Non li ho riconosciuti subito, ma poi ne ho conosciuto uno, un certo Lynn Bibb, che era morto alcune settimane prima che io nascessi.
Ho capito che questi tre uomini erano lì per me, come un comitato di accoglienza, come per scortarmi aldilà del fiume, nella prima città.
Avevo il presentimento che, se fossi andata con loro, non ci sarebbe stato ritorno, così esitai.
La prima città era una specie di primo stadio.
La gente resta là finché non sono pronti ad andare nella città successiva il tuo procedere eterno, da città a città.
Dietro me ed alla mia sinistra vi era una forte sorgente di luce, molto brillante e piena d’amore.
Ho capito che era una Essere vivente.
L’ho chiamata Dio per mancanza di un termine migliore.
Non potevo vederlo; mi é parso di percepire una presenza maschile.
Ha comunicato con me, non tanto con le parole ma in maniera telepatica, e mi ha chiesto:
“Perchè esitavi?”
Ho risposto, “Beh…. sono troppo giovane per morire.”
Ed Egli ridacchiando mi disse “Ci sono anche bambini morti, qui.”
Aggiunsi, “Allora, ci sono alcune cose che voglio sapere, prima.”
E Lui: “cosa vuoi sapere?”
Io: “Che cos’é la morte?”
E lui:”Girati e guarda di lato.”
Come lo feci, vidi un brutto incidente d’auto.
Molta gente era stata uccisa.
Dal groviglio dei corpi un spirito venne fuori.
Coloro che non l’avevano creduto possibile erano rimasti nei loro corpi e non erano in grado di uscirne fuori.
Domandai se potessero essere raggiunti e mi disse:
“Sì, qualcuno più rapidamente degli altri, qualcuno forse mai.
La Morte, dunque, é non credere in niente.
“Cos’è l’inferno?” gli chiesi.
E lui:”Girati e guarda di nuovo.”
Vidi una vecchia su una sedia a dondolo determinata nel rimanere seduta a dondolarsi
ed a preoccuparsi dei bambini, dei nipoti e di ogni altra cosa.
L’Inferno è perciò una mancanza di saggezza, non si va avanti, si sceglie di non andare più lontano, stare seduti e non fare nulla.
L’ Inferno non è un posto fisico.
Domandai se esiste il Diavolo o Satana.
Mi ha detto, “Dio lo permetterebbe? Se ti mettessi al posto di Dio per qualche secondo, cosa faresti per prima?”
Ho riconosciuto che il mio primo atto sarebbe stato eliminare qualsivoglia Diavolo o Satana.
Poi gli chiesi: “Come si fa a distinguere ciò che é giusto da ciò che é sbagliato?”
“Il Bene é aiutare ed essere gentili. Il Male non è solo far male a qualcuno ma anche non aiutarlo quando puoi.”
Ci mettemmo a camminare e gli chiesi dell’universo e delle motivazioni per cui esistono tante cose.
Tutto di tutto mi venne spiegato.
Allora mi chiese se ancora volessi ritornare nel mondo fisico.
“Voglio ritornare.”risposi.
“Perchè?”
Dissi che volevo aiutare mia madre che mio padre aveva lasciato con quattro bambini ed un altro in arrivo.
Dio ridacchiò e mi domandò la vera ragione.
Dissi che avrei voluto lasciare la terra un po’ meglio di come l’avevo trovata.
“Allora puoi ritornare con un pò della conoscenza delle cose che hai imparato qui, ma il resto ti sarà celato per un po’ di tempo.
Vivi sapendo che non potrai tornare indietro quando sarai di nuovo qui.”
Ripresi conoscenza nel fango del fondo del fiume e fui tirata a galla.
Vomitai un gran quantitativo d’acqua, poi uscii fuori dal fiume da sola, per scoprire che mio fratello era morto.

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