La meditazione Islamica

LA MEDITAZIONE ISLAMICA

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Principalmente si tratta di quella forma di misticismo conosciuta come Sufismo.
Secondo questa tradizione la via può essere percorsa solo da chi è interamente sgombro, e non ha bisogno di nulla, tranne che di Dio.
Sufl è colui che muore all’ego e rinasce alla verità.
Il Sufismo è una via diretta alla trascendenza e quindi una negazione del formalismo religioso, della liturgia esteriore, dei riti ripetitivi.
Per trovare Dio bisogna liberarsi da condizionamenti, legami, possessi e da ogni identificazione psicologica.

La Meditazione islamica cerca di entrare in contatto con il trascendente e di rimanerci, annullando tutto ciò che è fenomenico, molteplice, contingente, immanente; cioè, se si cancellano le tracce materiali, rimane la divinità.
I Maestri Sufi cercano di risvegliare l’anima dai suoi torpori umani, attraverso shock mentali e paradossi contenuti in racconti didattici, leggende, aforismi che possono rivelare all’improvviso significati reconditi.

Esistono numerosi Maestri e scuole Sufi, nate dal loro carisma, dove vengono trasmessi, non solo nozioni e principi, ma gli allievi divengono partecipi dei poteri del loro Maestro.
Per questo i loro insegnamenti sono tenuti segreti o celati dietro simbolismi ermetici che li nascondono a chi non è in grado di interpretarli correttamente.
La segretezza e la struttura in cerchi concentrici delle confraternite ha permesso loro di sopravvivere a numerose persecuzioni.

Il Corano sottolinea spesso l’importanza della Meditazione come invocazione e ricordo costante della presenza divina e come preparazione psicologica ad accoglierla.

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