I Vampiri

I Vampiri

vampiro_furiosoCos’è un Vampiro?
Il vampiro è un essere mitologico o folkloristico che sopravvive nutrendosi dell’essenza vitale (generalmente sotto forma di sangue) di altre creature.
Nonostante la speculazione sostenuta dallo storico letterario Brian Frost secondo la quale la credenza dei vampiri «potrebbe risalire alla preistoria», il termine “vampiro” divenne popolare solo agli inizi del XVIII secolo, in seguito all’influenza delle superstizioni presenti nell’Europa dell’est e nei Balcani, dove le leggende sui vampiri erano molto diffuse.
Allo stesso tempo nacquero altri termini, come vrykolakas in Grecia e strigoi in Romania.
La superstizione nei confronti dei vampiri crebbe a tal punto da far nascere una grave isteria collettiva che portò alla morte di numerose persone accusate di vampirismo.
I folkloristici vampiri dell’Europa dell’est presentavano una notevole varietà di rappresentazioni, dal simile agli umani al cadavere putrefatto.

Etimologia
L’esatta etimologia del termine vampiro non è chiara.
Tuttavia, è ragionevole pensare che possa derivare dal serbo вампир/vampir e che sia successivamente passato al tedesco Vampir, al francese vampyre, all’inglese vampire (la cui prima apparizione del termine nell’Oxford English Dictionary risale al 1734) e all’italiano vampiro.
Un’altra teoria, meno popolare, sostiene che il termine slavo derivi dal turco ubyr, che significa “strega”.
In russo antico, il vampiro è detto inoltre Упирь (Upir’).
Numerose lingue slave presentano forme parallele del termine serbo: il bulgaro вампир (vampir), il croato upir/upirina, il ceco e slovacco upír, il polacco wąpierz, l’ucraino упир (upyr), il russo упырь (upyr’), il bielorusso упыр (upyr), e lo slavo orientale antico упирь (upir’).
Da notare che successivamente la maggior parte di queste lingue adottarono forme come “vampir/wampir” dall’Occidente.

Folklore
Il concetto di vampirismo esiste da millenni; culture come quella mesopotamica, ebraica, greca e romana concepirono demoni e spiriti che possono essere considerati precursori dei moderni vampiri.
In tutte le leggende di ogni civiltà passata e presente però, i diversi tipi di vampiri vengono tutti accomunati da una caratteristica chiave, cioè quella di nutrirsi in qualsiasi diversa maniera dei loro simili.
Ad ogni modo, nonostante la presenza di creature simili ai vampiri in queste antiche civiltà, il folklore sui vampiri così come lo conosciamo oggi si è originato esclusivamente nell’Europa dell’est quando i miti della tradizione orale di numerosi gruppi etnici vennero messi per iscritto e pubblicati.
Nella maggior parte dei casi, i vampiri sono creature malvagie redivive, vittime suicide o streghe, ma possono anche essere cadaveri posseduti da spiriti malevoli o umani trasformati dopo essere stati morsi da altri vampiri.
La credenza in tali leggende divenne così persuasiva da causare isteria di massa e pubbliche esecuzioni di persone credute vampiri.

Descrizione e attributi comuni
Nonostante sia difficile dare un’unica, definitiva descrizione del vampiro folkloristico, vi sono tuttavia alcuni elementi che sono comuni a molte delle leggende europee.
I vampiri erano generalmente descritti come gonfi, con una carnagione scura, o sanguigna; queste caratteristiche erano spesso attribuite alla nutrizione a base di sangue.
Il vampiro, nella sua tomba, tendeva a perdere sangue dalla bocca e dal naso, mentre il suo occhio sinistro rimaneva spesso aperto.
Veniva seppellito rivestito con un telo di lino, e i suoi denti, capelli e unghie continuavano a crescere dopo la morte. Le zanne (gli incisivi superiori) invece, non facevano parte delle sue caratteristiche.

Creazione
Le cause della vampirizzazione (la nascita o creazioni di un nuovo vampiro) erano molte e varie nel folklore originario.
Secondo la tradizione slava e cinese, qualsiasi cadavere che veniva scavalcato da un animale, particolarmente un cane o un gatto, aveva la possibilità di diventare un non morto.
Anche i cadaveri che non venivano trattati con acqua in ebollizione erano considerati a rischio.
Nel folklore russo si diceva che i vampiri erano un tempo streghe o persone che si erano ribellati contro la Chiesa quando erano ancora in vita.
Alcune pratiche popolari erano utilizzate per scongiurare il ritorno nel mondo dei vivi di un caro estinto in qualità di non morto.
Era assai diffuso seppellire i morti a testa in giù e collocare oggetti terreni, come falci o falcetti, vicino alla tomba per soddisfare i demoni che tentavano di possedere il morto o per mitigare quest’ultimo e prevenire la sua risurrezione dalla tomba.
Questo metodo assomiglia alla pratica greca di appoggiare un obolo sulla bocca del defunto per pagare il dazio e poter attraversare il fiume Stige nell’oltretomba; è stata sostenuta la possibilità che in realtà la moneta servisse a scacciare spiriti maligni intenzionati ad entrare in possesso del corpo, e che questo possa avere influenzato il folklore sui vampiri.
Questa tradizione persiste nel folklore greco del vrykolakas, in cui una croce di cera e un pezzo di porcellana con l’iscrizione “Gesù Cristo vince” erano posizionati sul corpo del defunto per prevenire che questi diventasse un vampiro.
Altri metodi usati frequentemente in Europa includevano la rottura dei tendini all’altezza del ginocchio o il posizionamento di semi di papavero, di miglio o di sabbia sul terreno sopra la tomba di un presunto vampiro; questa pratica intendeva lasciare i vampiri occupati tutta la notte a contare i granelli che cadevano all’interno della bara, e li associava quindi all’aritmomania. Secondo una leggenda cinese, se una creatura simile a un vampiro si trovasse davanti ad un sacco di riso, si metterebbe a contare tutti i chicchi; altre leggende simili, che riguardano streghe o altri esseri malvagi, sono presenti sia nel subcontinente indiano così come nell’America del Sud.

Identificazione
Erano utilizzati molti rituali per identificare un vampiro.
Un metodo per trovare la tomba di un vampiro consisteva nel far cavalcare un ragazzo vergine su uno stallone vergine all’interno di un cimitero: il cavallo si sarebbe fermato sopra la tomba in questione.
Generalmente era necessario un cavallo nero, ad eccezione dell’Albania dove doveva essere bianco.
Inoltre, l’apparizione di buchi sul terreno sopra una tomba era considerato segno di vampirismo.
Cadaveri creduti vampiri erano generalmente descritti come più sani del dovuto, gonfi ma con pochi o nessun segno di decomposizione.
In alcuni casi, quando una tomba sospetta veniva aperta, i presenti descrivevano il cadavere con la faccia ricoperta del sangue di una sua vittima.
La morte di bestiame, pecore, parenti o vicini di casa era la prova dell’attività di un vampiro nella zona.
Alcuni vampiri folkloristici, inoltre, potevano testimoniare la propria presenza tramite attività simili a quelle dei poltergeist, come scagliando pietre sui tetti o muovendo piccoli oggetti, e provocando incubi a chi dormiva.

Protezione 
L’aglio, la rosa canina e il biancospino sono alcuni degli oggetti che secondo le credenze scacciano i vampiri.
Oggetti apotropaici in grado di scacciare entità redivive sono molto diffusi nel folklore sui vampiri. L’aglio è un classico esempio, ma si dice che anche la rosa selvatica e il biancospino siano dannosi nei confronti dei vampiri.
In Europa, inoltre, si credeva che spargere semi di senape sul tetto di una casa li avrebbe tenuti lontani.
Altri oggetti esorcizzanti potevano essere ad esempio crocifissi, rosari o acqua santa.
Si dice che i vampiri non siano in grado di camminare su un terreno consacrato, come quelli di chiese e templi o attraversare acqua corrente (come quella dei fiumi).
Anche gli specchi venivano usati per allontanare i vampiri, ad esempio posizionandone uno sulla porta d’ingresso (secondo alcune culture, i vampiri non possono riflettersi e talvolta non proiettano la propria ombra, forse per via della mancanza dell’anima).
Altre leggende sostengono che un vampiro non possa entrare in un’abitazione se non invitato dal padrone di casa, ma una volta invitato possa entrarvi e uscirvi a piacimento.[34] I vampiri folkloristici erano più attivi la notte, ma non erano considerati vulnerabili alla luce del sole.
Uno dei più conosciuti metodi per uccidere un vampiro è impalarlo, specialmente nella cultura slava.
In Russia e negli stati Baltici si preferiva il legno di frassino, in Serbia quello di biancospino, e quello di quercia in Slesia.
Potenziali vampiri venivano spesso impalati attraverso il cuore, ad eccezione di Russia e Germania, dove venivano impalati attraverso la bocca, e della Serbia, dove venivano impalati attraverso lo stomaco.
Bucare la pelle del petto era un modo per “sgonfiare” i vampiri (ritenuti più “gonfi” degli umani); i cadaveri venivano talvolta seppelliti con oggetti pungenti, di modo che se il corpo si fosse trasformato in vampiro (e quindi gonfiato), gli oggetti lo avrebbero bucato e sgonfiato.
La decapitazione era il metodo più usato in Germania e nelle aree slave dell’ovest, con la testa seppellita tra i piedi, dietro le natiche o lontano dal corpo, di modo che l’anima non si attardasse nella sua dipartita indugiando nel corpo terreno.
Talvolta la testa, il corpo o i vestiti di un vampiro venivano inchiodati al terreno, per prevenire la rinascita.
I nomadi schiacciavano aghi di acciaio o di ferro nel cuore dei cadaveri e infilavano pezzi di ferro nella bocca, sugli occhi, nelle orecchie e tra le dita nel momento della sepoltura.
A volte mettevano del biancospino in una calza del defunto o trafiggevano le sue gambe con un paletto di legno.
In una tomba risalente al XVI secolo, ritrovata nei pressi di Venezia nel 2006, gli archeologi trovarono un cadavere di donna con un mattone conficcato a forza nella bocca; l’atto venne considerato come un rituale contro i vampiri.
Altre misure contro i vampiri includevano bagnare la tomba con acqua bollente o la completa incinerazione del corpo.
Nei Balcani un vampiro poteva anche essere ucciso con un colpo di pistola o affogato, ripetendo la sua cerimonia funebre, spruzzando acqua santa sul suo corpo o con un esorcismo.
In Romania poteva essere inserito dell’aglio in bocca, e fino al XIX secolo veniva presa la precauzione di sparare al corpo nella bara.
In casi eccezionali, il cadavere veniva dismembrato e i pezzi bruciati, mischiati ad acqua e somministrati ai membri della famiglia come cura.
Nella regione della Sassonia, in Germania, veniva messo un limone nella bocca dei sospetti vampiri.

Antiche credenze
Secondo la mitologia egiziana, la dea Sekhmet beveva sangue.
Racconti di esseri soprannaturali che si nutrono di sangue o di carne fresca di esseri viventi fanno parte di quasi tutte le culture del mondo da diversi secoli.
Oggi assoceremmo queste creature ai vampiri, ma nei tempi antichi il termine vampiro non esisteva; bere sangue e simili attività erano attribuite a demoni o spiriti; persino il Diavolo era considerato sinonimo di vampiro.
Quasi tutte le culture associano il bere sangue con demoni o creature redivive, o in alcuni casi con divinità.
In India, ad esempio, alcuni racconti sui Baital, esseri simili ai ghoul che possono entrare in possesso dei corpi, sono stati raccolti nel libro Baital Pachisi; una racconto del libro Kathāsaritsāgara narra di come il Re Vikramāditya intraprenda una ricerca per trovarne uno particolarmente elusivo.
Anche Pishacha, lo spirito di malfattori o di coloro che morirono pazzi, rispecchia alcune caratteristiche dei vampiri e all’antica dea indiana Kali, con zanne e una ghirlanda di cadaveri o teschi, venne attribuito il nutrirsi di sangue.
I Persiani furono una delle prime civiltà a tramandare racconti di demoni bevitori di sangue: sono stati portati alla luce dei cocci di porcellana su cui erano state raffigurate creature che tentano di bere il sangue degli uomini.
L’antica Babilonia e l’Assiria possiedono racconti della figura mitica Lilitu, che nella demologia ebraica diede vita a Lilith (Ebreo לילית), un demone che si nutriva di sangue di bambino, e a sua figlia Lilu.
La mitologia greca e latina descrivono creature come le empuse, le lamie e le strigi.
Col passare del tempo, le prime due divennero termini generali rispettivamente per indicare streghe e demoni.
Empusa era la figlia della dea Ecate ed era descritta come una creatura demoniaca dai piedi di bronzo: si trasformava in una giovane donna e seduceva gli uomini per bere il loro sangue. Lamia banchettava sui letti dei bambini la notte, succhiando il loro sangue, così come faceva la figura mitologica Gello.
Come Lamia, la Strige si cibava di bambini, ma anche di giovani uomini.
Erano descritte come aventi il corpo di corvo o d’uccello in generale, e successivamente vennero identificate nella mitologica romana nella strige, un uccello notturno che si ciba di sangue e carne umana.

Credenze moderne
Nella moderna finzione, il vampiro tende ad essere raffigurato come un personaggio malvagio dalla personalità suadente e carismatica.
Nonostante il generale scetticismo nei confronti di queste entità, vengono occasionalmente riportati avvistamenti di vampiri.
Naturalmente, le società cacciatrici di vampiri esistono ancora, ma sono tuttavia create solo per ragioni sociali.
Dichiarazioni di attacchi da parte dei vampiri vennero formulate nel paese africano del Malawi tra il 2002 e il 2003, quando una folla tumultuosa lapidò a morte una persona e ne attaccò altre quattro, incluso il governatore Eric Chiwaya, che secondo le dicerie si era accordato con dei vampiri.
Nei primi anni settanta la stampa locale diffuse voci secondo le quali un vampiro aveva infestato il cimitero londinese di Highgate.
Cacciatori di vampiri amatoriali si riunirono in gran numero nel cimitero.
Numerosi libri vennero scritti sul caso, fra gli altri quello di Sean Manchester, un londinese che fu uno dei primi a suggerire l’esistenza del vampiro di Highgate e che dichiarò successivamente di aver esorcizzato e distrutto un intero covo di vampiri della zona.
Nel gennaio 2005, circolò una diceria di un attacco avvenuto a Birmingham, in Inghilterra, seguito dall’ipotesi della presenza di un vampiro che circolava libero per le strade.
In quel caso, come dichiarò la polizia, si trattò di una leggenda metropolitana.
Nel 2006, un professore di fisica alla University of Central Florida scrisse un saggio in cui spiegò che è matematicamente impossibile che esistano i vampiri basandosi sulla progressione geometrica. Secondo questo saggio, se il primo vampiro fosse apparso il 1º gennaio del 1600 e si fosse nutrito una volta al mese (cioè meno frequentemente di quanto avvenga nelle leggende folkloristiche) e tutte le sue vittime fossero divenute vampiri, allora in soli due anni e mezzo tutta la popolazione mondiale dell’epoca sarebbe stata vampirizzata.
Uno dei più famosi casi di entità vampiriche nell’età moderna è quello dei chupacabra di Puerto Rico e del Messico.
È leggenda che siano creature che si nutrono di carne fresca e di sangue di animali domestici.
L’isteria per i chupacabra venne spesso associata a profonde crisi economiche e politiche, in particolare durante gli anni novanta.
In Europa, dove la maggior parte delle folklore vampiresco ebbe origine, il vampiro viene considerato una creatura di fantasia, nonostante alcune comunità abbiano accettato l’idea di fantasma redivivo per scopi economici.
In alcuni casi, specialmente in piccole comunità, la paura per i vampiri è ancora radicata e avvistamenti o rivendicazioni di attacchi di vampiri accadono frequentemente.
In Romania, nel febbraio 2004, numerosi parenti di Toma Petre ebbero il timore che questi fosse divenuto un vampiro.
Fecero quindi dissotterrare il corpo, gli bruciarono il cuore e mischiarono le ceneri ad acqua per poi berle.
Il vampirismo e lo stile gotico rappresentano una parte rilevante dei moderni movimenti dell’occulto.
Il mito del vampiro, le sue qualità magiche, il fascino e l’archetipo del predatore esprimono un forte simbolismo che può essere utilizzato nei rituali e negli atti di magia e può perfino essere adottato come sistema spirituale.
Il vampiro è stato parte della società paranormale europea per secoli e da decenni ormai si è allo stesso modo inserito anche nella sub-cultura americana, mischiandosi all’estetica neogotica.

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