Madre Speranza di Gesù, la monaca della Misericordia

In foto: Madre Speranza di Gesù

Madre Speranza di Gesù, la monaca della Misericordia: In occasione della beatificazione di Madre Speranza di Gesù, al secolo Maria Josefa Alhama Valera (1893 – 1983), stigmatizzata fondatrice delle Congregazioni delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso, nonchè del Santuario di Collevalenza, è doveroso ricordare e narrare la straordinaria vita della “monaca santa” (così veniva chiamata dai devoti), vita costellata da numerosi miracoli e, come nella vita d’altri mistici, violenti attacchi del demonio.

La vita
Primogenita di 9 fratelli, nacque il 29 settembre 1893 (come risulta dai registri parrocchiali) nella diocesi di Cartagena in Spagna e fu battezzata nello stesso giorno; sui documenti civili, invece, è riportata la data del 30 settembre, giorno in cui generalmente si festeggiava il compleanno di Madre Speranza.
Le fu imposto il nome di María Josefa, forse per attenzione alla nonna paterna che portava questo nome.
Il padre, Giuseppe Antonio Alhama Palma, era operaio agricolo avventizio e la mamma, María del Carmen Valera Buitrago, dedita ai lavori domestici.
Madre Speranza conobbe e condivise la miseria della sua famiglia, vivendo i primi anni della sua vita in assoluta povertà.
All’età di sei o sette anni fu accolta nella casa del parroco di Santomera, don Manuel Aliaga, ove ebbe la possibilità di ricevere un’istruzione adeguata e imparò a seguire con generosità le vie di Dio.
In poco tempo manifestò un forte amore per Gesù e nutriva il desiderio di consacrarsi al Signore: il 15 ottobre 1914 Madre Speranza iniziò la sua formazione religiosa in vista dei voti che emise il 15 agosto 1916, assumendo il nome di “Esperanza de Jesús Agonizante“.
Madre Speranza di Gesù si sentì sin dal principio un umile strumento nelle mani del Signore, una semplice discepola del divino Maestro, desiderosa di ascoltare la Sua parola e di vivere secondo il Suo insegnamento e il Suo esempio.
Sin dai primi anni di vita religiosa Madre Speranza sperimentò in prima persona pesanti dolori fisici (in genere in occasione delle festività pasquali) che non di rado sfociavano in eventi soprannaturali, attirando di conseguenza le attenzioni delle Madri Claretiane e dei Padri Claretiani.
Fedele alla grazia di Dio, coltivò la sua formazione umana e spirituale e, facendo una continua e sofferta opera di discernimento, avanzò in mezzo a molte tribolazioni, che l’aiutarono a capire che Dio la chiamava alla missione di fondare un nuovo ordine e far conoscere il Signore “non come Padre sdegnato per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue e li cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro“.
Nel 1929 inoltrò a Roma la domanda di separazione dall’Istituto al quale apparteneva, appoggiata per altro dallo stesso Vescovo, scatenando tuttavia numerose difficoltà all’interno delle Claretiane che, in quella petizione, vedevano una minaccia all’integrità dell’Istituto.
A seguito d’un increscioso episodio, ella fu dichiarata apostata e trattata come tale.
Questa, ascoltato il parere di Padre Francisco Naval, visto il violento evolversi della situazione, decise di chiedere la dispensa dai voti.
Nella povertà più assoluta, la notte di Natale del 1930 fondò in forma privata la nuova fondazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso.
Non potendo fondare una Congregazione religiosa, il 14 gennaio, Madre Speranza chiese ed ottenne l’iscrizione nel Registro Civile, con il nome di “Asociación de Esclavas del Amor Misericordioso“.
Solamente il 6 gennaio 1935 l’Associazione fu accolta dal Vescovo di Vitoria, Dr. Mateo Múgica, che la eresse a Congregazione di diritto diocesano.
Trasferitasi a Roma nel 1941, negli anni di guerra si prodigò in ogni modo per accogliere rifugiati politici, nascondere ed assistere nei sotterranei della casa soldati fuggiti dal fronte, si preoccupò di dar da mangiare a chi non aveva niente.
Fidando della Provvidenza, aprì una mensa dove arrivò ad accogliere oltre mille persone al giorno.

Fu proprio in questo periodo che Gesù le richiese espressamente la costruzione d’un Santuario dedicato all’Amore Misericordioso.
Ciò fu percepito da Madre Speranza la sua ultima “missione” o, meglio, “la sua missione”, la sua opera definitiva.
Desiderosa di realizzare quest’opera nel più breve tempo possibile, il 18 agosto 1951 si reca nel luogo indicatole dal Signore: un piccolo borgo medievale nelle colline umbre, Collevalenza.
Nei disegni di Dio Collevalenza, che fino allora aveva attirato gente esclusivamente con le sue feste di paese, d’ora in poi sarebbe dovuta divenire il “centro” della Misericordia, il luogo dove il Creatore richiama a Sé le anime: i peccatori, i bisognosi, i Suoi figli.
Del Santuario fu dunque costruita nel 1955 la Cappella dell’Amore Misericordioso, poi il grande afflusso dei pellegrini in continuo progressivo aumento rese necessaria la realizzazione del nuovo Tempio che il 31 ottobre 1965 fu consacrato da Monsignor Fustella, allora Vescovo locale, e solennemente inaugurato da Sua Eminenza il Cardinale Ottaviani con altri 62 Vescovi.
Il 2 marzo del 1960 lo stesso Sommo Pontefice Papa Giovanni XXIII concesse per il 3 aprile una Indulgenza Plenaria ai pellegrini ogni qualvolta avessero visitato il Santuario.
Il 22 novembre 1981 fu una giornata di gioia indefinibile per Collevalenza per la venuta del Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II.
Madre Speranza morì solamente due anni dopo, l’8 febbraio 1983, e le sue spoglie riposano santamente in pace nel Santuario stesso, così come lei aveva espressamente richiesto:

Supplico i miei Figli e le mie Figlie che, di comune accordo, mi vogliano concedere una grazia da me tanto desiderata e precisamente: se il buon Gesù mi concede di poter consumare la mia vita qui, vicino al Suo Santuario, io vorrei che Voi lasciaste i resti di questa povera creatura il più vicino possibile a questo Santuario perché desidero che si consumino vicino ad esso come fortunatamente si sta consumando tutta la mia vita a servizio del medesimo.

Ben quattro giorni prima della sua dipartita disse al direttore spirituale: “Figlio, io me ne vado“.


Documentario su Madre Speranza di Gesù

I miracoli e gli attacchi del demonio
I fenomeni sovrannaturali che avvenivano a Collevalenza erano ampiamente conosciuti.
È necessario innanzitutto ricordare che Madre Speranza aveva le stimmate, le quali durante il periodo della Passione divenivano ben visibili a tutti.
Era solita sottoporsi a grandissime penitenze, sacrifici e privazioni: proprio in virtù del suo spirito caritatevole riceveva spesso visite dalle anime del Purgatorio, per le quali si dice non smettesse mai di pregare ed offrire Messe di suffragio.
Come molti altri santi nella storia, aveva un dono particolare: la bilocazione.
Un giorno Dio la inviò in bilocazione a quello che era l’attuale Papa, Pio XII: quest’ultimo stava del suo ufficio papale e, in un istante, si ritrovò di fronte la monaca.
Sbalordito le chiese come fosse riuscita ad entrare, e la Madre rispose che l’aveva mandata il Signore per parlargli di alcuni fatti importantissimi.
Da allora il Papa fu molto vicino a Madre Speranza e le fece molte visite (tutto ciò è documentato).
Ella visse sempre in condizioni d’estrema povertà, ma Dio non le faceva mancare nulla di quanto fosse necessario per aiutare i bisognosi e realizzare le opere divine.
In molti, nel periodo in cui organizzava le mense per i poveri, videro venir fuori dalle pentole ove cucinava straordinariamente zuppa, cosciotti ed altre pietanze senza mai svuotarsi: eppure dentro la Madre vi aveva riposto una sola gallina da cucinare.
Lo stesso miracolo avveniva puntualmente ogni qualvolta vi era una somma da pagare per la costruzione degli elementi facenti parte il Santuario: Madre Speranza pregava con tutto il cuore il Signore di provvedere al pagamento poichè ella non disponeva di soldi, ed ecco che dal cielo piovevano banconote e sacchetti con monete.
L’allora scultore fu talmente tanto colpito da questo miracolo che non esitò a convertirsi all’istante.
Non mancavano naturalmente numerosi fenomeni d’estasi mistiche.
In una di queste occasioni ella addirittura ricevette una statuetta di Gesù bambino in ceramica direttamente dalla Vergine Maria, poichè la sera di quel Natale le suore e gli orfani della congregazione si ritrovavano a festeggiare la Natività senza nemmeno il bambinello del presepe.
È noto che Madre Speranza, per evidente ispirazione del Signore, chiese attorno al 1959 ai lavoratori di scavare nelle vicinanze del Santuario poichè le era stato rivelata la presenza d’una sorgente d’acqua. Dopo un iniziale scetticismo da parte degli addetti ai lavori, grande fu la meraviglia di trovare effettivamente un canale sotterraneo: oggi tale acqua è disponibile per i fedeli, trattasi di acqua miracolosa.
Di particolare rilevanza fu inoltre un’estasi avuta durante il funerale del Vescovo locale.
Ella lo vide salire dal Purgatorio verso il Paradiso, ricevendo tuttavia un ammonimento dall’anima in questione: “È passato così tanto tempo e non avete pregato abbastanza per me“.
Stupefatta da tali parole, rispose: “Ma, Eccellenza, lei è morto solamente ieri!“.
Questo episodo contribuisce di certo a farci comprendere quanto sia grande il “salto” temporale dopo la morte.
Eppure, come è noto, la vita dei santi non è solamente contornata da miracoli e gioie celesti.
Assieme alle visite di spiriti benevoli vi erano anche quelle di spiriti malevoli, in special modo la notte: non era raro udir provenire dalla sua camera orribili grida, grotteschi versi d’animali furiosi, rumori di catene ed una forte puzza di zolfo.
Il demonio era solito malmenarla con estrema violenza, sino ad arrivare persino a romperle le ossa e costringerla ad esser portata d’urgenza in ospedale la mattina successiva.
Ancora oggi sono conservati a Collevalenza i fogli ove la Madre scriveva i quali, come testimoni confermano, prendevano spontaneamente fuoco.
Lo stesso avveniva con le coperte del suo letto.
Nonostante ciò, ella non mancava di chiamare Satana con appellativi derisori, esattamente come faceva San Pio:

Questa notte l’ho trascorsa angosciata poiché il “tignoso” non mi ha lasciato un momento in pace; sembra che si sia molto arrabbiato…

Fonte: link

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