Le piramidi di Segonzano

Luogo: Segonzano (TN)

In un ambiente di selvaggia bellezza, la natura ha plasmato una delle sue molte bizzarrie: le incredibili piramidi di terra di Segonzano, un paesino tra Cavalese e Cembra nella valle dell’Avisio, importante affluente dell’Adige.
La valle nasce come Val di Fassa, poi diventa Val di Fiemme, ed infine Val Cembra, e attraversa un territorio profondamente mutato dall’uomo. In questa parte il paesaggio è una sequenza di opere e terrazzamenti per strappare alla montagna ogni minimo spazio coltivabile. Numerosissime sono in oltre le cave con impressionanti discariche di materiale di lavorazione.
La storia di queste valli è lunga e tormentata, ed è testimoniata dalla numerosa varietà di lingue e parlate e dall’infinità serie di saghe e leggende. Ci troviamo ai margini della regione Ladina, il dialetto principale è il trentino, un dialetto del ceppo veneto, ma nelle vicinanze vi sono testimonianze di lingua Cimbra, di origine germanica.
Queste incredibili costruzioni, qui chiamate “omeni”, si raggiungono con un breve tragitto lungo un facile sentiero.
Le curiose architetture sono, geologicamente, di origine molto recente e sono l’opera combinata di azione di erosione e delle acque dilavanti su un deposito morenico lasciato dalle lingue dei ghiacciai quaternari, e sono di composizione molto particolare.
E’ un impasto di terra e piccoli ciottoli di diverso calibro e di varia origine, cementati ed induriti al punto giusto per avere una certa consistenza, ma anche facilmente erodibili dal dilavamento dell’acqua meteorica. Sopra questo deposito si è adagiata una frana di grossi massi porfirici e sono proprio questi i principali responsabili di questa strabiliante magia.
Sotto l’enorme peso del masso l’aggromerato terroso è più compatto, ma soprattutto il masso, anzi il cappello, preferibilmente dalla forma squadrata e leggermente inclinato, ha potuto riparare il terreno dall’azione dirompente della pioggia.
E’ una magia delicatissima, dovuta a situazioni ambientali e combinazioni fisiche e veramente particolari. Se il cappello cade la vita della struttura è irrimediabilmente segnata e la piramide si scioglie nel giro di qualche secolo. Di questa morte sono testimonianza i “ruderi” di alcune piramidi senza cappello che, a fine ottocento, furono oggetto di “tiro a segno” da parte dell’artiglieria austriaca in vena di esercitazioni.

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