Le leggi della Magia

Le leggi della magia: Il motivo che spinge molti aspiranti praticanti ad avvicinarsi a questo universo spesso è l’ignoranza del fatto che, anche se con la magia è pressoché possibile fare qualsiasi cosa (a parte delle eccezioni facilmente dimostrabili), anche lei rispetta delle leggi ben precise. Questo fa sgranare gli occhi a molte persone, il che è assurdo che capiti a chi afferma di sapere che la magia è un’energia naturale. Se è naturale, dato che la natura in quanto tale sottostà alle leggi della fisica dello spazio ad essa assegnato, è matematico che anche la magia debba sottostare alle medesime leggi, oltre che ad altre, strettamente legate ad essa.

Ma cosa sono le leggi fisiche? Wikipedia ci dà questa definizione: La legge fisica (o legge della Natura) è la generalizzazione, su base sperimentale, e la formalizzazione, in linguaggio matematico, di un certo fenomeno fisico, espressione dunque di una regolarità riscontrata nei fenomeni naturali. Un’assunzione fondamentale della ricerca scientifica è che i fenomeni naturali – pur nella apparente molteplicità delle loro forme – siano caratterizzati da poche leggi naturali ad essi preesistenti le quali tutte diano giustificazione del mondo fisico o Natura esistente nella sua apparente regolarità e sostanziale ordine. La ricerca di tali leggi è parte intrinseca del metodo scientifico.

Ma se la magia, in quanto tale, rispetta delle leggi, nonostante non abbia massa misurabile, è definibile come una “quinta forza” non ancora riconosciuta e, in quanto tale, ritenuta inesistente. Ma cosa intendiamo con “quinta forza”? Fino ad adesso, l’osservazione della scienza ha portato alla luce quattro forze fondamentali che sono state chiamate “interazioni fondamentali”. Si è ipotizzato che queste quattro forze siano alla base di qualsiasi tipo di scambio di energia tra le particelle e che, pertanto, siano alla base della struttura dell’universo stesso. Ipotizzato, ovviamente, perché la fisica quantistica sta vagliando anche altro. Queste quattro forze sono chiamate interazione elettromagnetica, nucleare forte, nucleare debole e gravitazionale. Secondo quello che è noto come “Modello Standard”, queste interazioni vengono descritte nello scambio di particelle mediatrici di queste forze, chiamate bosoni. Tra le quattro il gravitone è l’unica particella mediatrice che non è ancora stata rilevata e che quindi non rientra nel “Modello Standard”. Ora, poniamo che ci sia una quinta forza gestita da un quinto bosone non ancora scoperto. Questa forza esiste per chiunque, ed è riconosciuta da chiunque, ma di fatto non è attualmente misurabile con metodi matematici oggettivi. La sua manifestazione esiste nelle pieghe stesse dell’esistenza di ogni essere vivente, pertanto ogni essere vivente ne è sia soggetto che artefice, ma soprattutto il fatto che esista influenza anche gli oggetti non viventi. Questa forza è la “volontà”.

La magia quindi è definibile come una manifestazione della volontà, che, in quanto non misurabile, può essere calcolata esattamente come si misura il gravitone: verificando l’effetto che ha sulla materia. Affermare che non esiste è un’assurdità bella e buona. Tutt’al più si può obbiettare che non sia possibile ricondurla ad un’interazione del “Modello Standard”, ma nemmeno l’interazione gravitazionale lo è, eppure nessuno obbietta che sia un’interazione fondamentale. In quanto forza, anche la volontà rispetta quindi delle leggi. Nella sua manifestazione aderisce alle leggi della fisica del piano di appartenenza, quanto meno quelle più forti di lei. Pertanto, per esempio, anche se desidero ardentemente di volare, in quanto essere umano la mia condizione fisica me lo impedisce e nessun incantesimo me lo concederà su questo piano. Sfido qualunque sedicente mago a dire il contrario.

Nel Legemeton, il grimorio noto anche come Clavicula Salomonis, possiamo leggere che la Magia non è altro che la più Alta, Assoluta e Divina Conoscenza della Filosofia Naturale, fatta progredire verso l’efficacia completa delle sue meravigliose operazioni dalla giusta comprensione delle virtù interne e nascoste delle cose. Quello che sto citando è un testo di importanza determinante nella comprensione del funzionamento della magia, ma Aleister Crowley, nel suo Magick in Theory and Practice, riprende questo punto di vista definendola proprio come una legge della fisica: “La Magia è la Scienza e l’Arte di causare il verificarsi di cambiamenti conformi alla Volontà”. Il postulato di Crowley dice: “Qualsiasi cambiamento si richieda, può essere provocato mediante l’applicazione di un giusto grado d’una certa forza nel giusto modo attraverso il giusto mezzo ad un giusto oggetto”. Non fa una grinza.

Crowley però postula secondo la sua visione delle cose, e ha un approccio più filosofico che realmente descrittivo. In realtà, l’approccio alla magia ha permesso ai suoi praticanti di individuare ed isolare diverse leggi che ne determinano il funzionamento, la reazione e l’interazione tra diverse situazioni a seconda delle condizioni in cui è concesso loro di verificarsi. Per capire tutto questo è determinante prima accettare che abbiamo a che fare con concetti decisamente metafisici e che richiedono una concezione più ampia di interconnessione ed interpretazione dei termini di tempo, spazio, materia ed energia.

Il tempo. In quanto unità di misura standard è una costante sul nostro pianeta, ma rimane una variabile nel momento in cui ci muoviamo in condizioni esterne alle leggi fisiche strettamente legate alla Terra.

Lo spazio. Le ipotesi della fisica quantistica si azzardano a dimostrare che anche la concezione di spazio che noi abbiamo è un punto di vista legato solo al piano cui apparteniamo. Ed è stato appunto Einstein a dimostrare con un teorema come il tempo si dilati in base alla velocità con cui un corpo si muove nello spazio.

La materia. Quando ti fermi a credere solo in ciò che vedi, senti e tocchi senza comprendere come in realtà tutto ciò avvenga ma solo accettando la descrizione di come ciò avvenga rischi di privarti di una parte della risoluzione del mistero. Il fatto di essere vivi, in primis, e di potersi muovere, pensare, agire. Se tutto questo fosse puramente elettricità, allora un cadavere con una mano nella presa della corrente sarebbe vivo. Insomma, Mary Shelley avrebbe visto giusto. Ma sappiamo che esiste un confine tra la materia viva e quella morta e il fatto che siamo composti di atomi aggregati tra loro grazie alla tensione delle particelle e che questi atomi prima appartenevano ad altri esseri viventi non ci ferma a pensare che noi siamo diversi dall’essere noi. Anche se a livello biochimico siamo ciò che mangiamo.

L’energia. In ultimo la definizione di ciò che noi pensiamo di conoscere ma che in realtà non sappiamo. Cosa significa “energia”? La parola stessa etimologicamente deriva da en-ergeia. Ergeia deriva da èrgon, che significa fatto, azione, attivo nelle sue diverse forme, come energòs, ed energès. Ossia quindi “capace di operare e di agire”. L’energia è quella cosa che ha delle potenzialità, quindi, ma che necessita di uno scopo per avere una reale manifestazione, quindi per esistere. Questo scopo è dettato dalla volontà di agire. Molti definirono questa volontà nel “potere del verbo”, ossia dall’entità suprema che pronunciando una parola diede la prima istruzione all’energia, che da quel momento agì secondo lo scopo impresso nel primo istante e aggregandosi, operando, agendo in modo diverso e sviluppando infine un moto proprio, partito sempre da un principio indotto. Ma in fondo, il potere che cos’è se non la manifestazione di questa volontà? Se qualcuno si riferisce alla parola “potere” immediatamente pensa a qualcosa di energetico, esecutivo, amministrativo, qualcosa di indefinito ma comunque riconosciuto sia come arma per ottenere possibilità aggiuntive e controllo sia come capacità intrinseca di alcune persone che hanno la possibilità di usarlo per ottenere cose diverse per diversi fini. Ma c’è un altro aspetto, ed è il verbo stesso all’indicativo. Ossia “Io posso”. L’etimologia della parola è identica ed è pòteret e possumus, pertanto “POSSIAMO”. Quindi ciò che noi siamo in grado di fare se ne abbiamo la volontà. Il significato primario di potere ed energia sono, etimologicamente, molto legati e vicini. Come vediamo potere ed energia sono due aspetti della stessa cosa. Il potere è la volontà di agire, l’energia la sua capacità. Senza il potere l’energia non si muove perché è un talento senza desiderio. Senza l’energia il potere è la volontà senza possibilità di esecuzione.

La magia è l’Arte di usare il potere per dare una forma all’energia, per scatenarla, per muoverla e far sì che, come “al principio era il verbo”, così ci possa essere una nuova manifestazione, un nuovo ricombinarsi. A seconda di dove è direzionata l’energia è capace di modificare noi stessi, così che l’universo che ci circonda, malleabile per sua natura, alteri il suo corso sulla base del nostro cambiamento. Ovviamente la magia può cambiare anche altre persone, se portata a questo scopo. In linea di massima agisce attivamente su tutto ciò che è vivo, ed è possibile usare come tramiti anche oggetti inanimati. Ma il potere reagisce su qualsiasi cosa sia fatta di energia, seguendo variabili e leggi che ora vedremo. Una nota da fare è che le leggi, in quanto tali, sono prive di motivi reali e, ad adesso, non ci è possibile capire il “perché” siano queste e non altre. L’energia è qualcosa di simile al fuoco o all’elettricità: in quanto naturale è priva di morale, etica ed intelligenza. Quindi: “la magia è ignorante”. Pertanto anche affermare che la magia abbia “colore” è qualcosa che non ha alcun senso. Il colore della magia è una classificazione che è stata data dai maghi del diciassettesimo secolo per distinguere i diversi intenti che possono muovere l’energia. Ma in se stessa, sia che la magia sia usata per ferire sia che sia usata per guarire, sia che sia usata per manipolare, sia che sia usata per elevarsi è sempre e solo una cosa: volontà che trasmette potere che muove l’energia che cambia la percezione e altera lo scorrere degli eventi. Ciò che cambia è l’intento per cui vi muovete.

Sarebbe forse utile capire che cosa sia l’energia in se stessa. La magia, prevedendo l’uso di questi quattro mattoncini base (siano essi i quattro della tradizione occidentale e nordica, i cinque della orientale e africana) utilizza delle forme basilari di invocazione dell’energia stessa sulla base del nostro vivere ed esistere. L’unione di queste forme primordiali è chiamata quinto elemento, o quintessenza o, nella wicca, Akasha. L’energia è appunto questo: qualcosa che scorre attraverso e grazie agli elementi di cui è parte.

Le seguenti leggi della magia sono pressoché universalmente accettate. In modo diverso sono state osservate da chiunque abbia praticato la magia, chi più e chi meno, e qualsiasi praticante magico con una certa esperienza e consapevolezza, se non tutte, quanto meno la maggior parte di esse le riconosce e sa di averle sperimentate. Essendo leggi, in quanto tali, vanno prese come qualcosa di vicino a degli assiomi. Ignorarle deliberatamente non implica pertanto l’evitarne l’effetto. Non sono infatti leggi che vanno “applicate” o “fatte rispettare” da noi esseri umani e da noi praticanti. Si applicano e si fanno rispettare da sole. Se le conosciamo e sappiamo come funzionano agiamo di conseguenza, se non le conosciamo, non sappiamo come funzionano oppure se per principio evitiamo di considerarle perché riteniamo di sentirci superiori a queste cose o perché preferiremmo che non esistessero, così che fossimo assolutamente liberi di usare la magia per fare ciò che ci pare senza nessuna conseguenza, non significa che loro ignorino noi

La maggior parte della gente che sta al mondo ignora la loro esistenza e vive felice comunque, reputando magari che Murphy fosse qualcosa di più di un filosofo quando affermava che “se c’è anche solo una possibilità che qualcosa vada male di sicuro andrà così”. Non esistono leggi fisiche sulla fortuna, eppure solo uno stupido reputerebbe che questa non abbia un ruolo nella vita di tutti, anche se solamente in modo filosofico ed astratto. Io rimango del parere che se una persona, che sia una strega o un praticante magico in genere, desidera esperire la magia, dovrebbe conoscere il suo funzionamento e gli spazi assegnati nei quali si muove (quanto meno quelli che sono stati scoperti, riconosciuti, trascritti e tramandati) così non solo da sapere come muoversi nel praticarla, ma anche nel sapere in che modo agisce su di noi e su ciò che abbiamo intorno. Sia per non avere sorprese, se vogliamo, sia per riuscire ad ideare un incantesimo che possa funzionare nel modo corretto.

Le leggi che leggete qui sotto sono state osservate, isolate e trascritte da Janet Farrar e Gavin Bone e sono presenti sul loro sito internet. Sono state tradotte da Alessandro Ganis e Valeria Trisoglio. Come affermano Janet e Gavin, si tratta di una loro sintesi e semplificazione delle Leggi Magiche che hanno incontrato nel corso degli anni. Non sono certo le uniche che potrete incontrare. Per ulteriori informazioni in merito all’argomento, loro consigliano la lettura de Real Magic di Isaac Bonewit (v. Bibliografia).

Legge del Triplice Ritorno
Anche conosciuta come la Legge di Causa ed Effetto. Questa legge afferma che qualsiasi cosa sia inviata magicamente (o fisicamente) tornerà indietro triplicata – ‘quello che si semina, si raccoglie’. La triplicità non si riferisce, in realtà, al tornare a voi tre volte, ma al tornare su tre livelli diversi: il livello fisico, il livello mentale/emotivo e il livello spirituale. Questa legge esprime lo scambio di energia su un livello più sottile; ecco perché è importante garantire l’equilibrio restituendo in qualche modo favori o regali. (v. La Legge dell’Equilibrio). Nella tradizione runica tutto questo si riassume come ‘un dono esige un dono’ ed è simboleggiato dalla runa Gifu (il bacio).

Legge del Ritorno Ciclico
Se non si riesce a superare un ostacolo karmico, o si è incapaci di imparare dagli errori nella propria vita, si continua ad incontrare lo stesso ostacolo fino a che non si impara a superarlo. Ogni altra crescita nella vita stenterà fino a quando non lo si avrà fatto. Ciò non vale solo per questa vita, un ciclo simile può continuare attraverso più vite. Questa è fondamentalmente la legge del Karma ed è connessa alla già citata Legge del Triplice Ritorno.

Legge della Polarità
In ogni cosa c’è un opposto, es.: Caos/Ordine, Umorismo/Severità, Positivo/Negativo, Maschile/Femminile, Yin/Yang, ecc. Entrambi sono intrinsecamente l’uno nell’altro, con conseguente interazione dinamica e creazione di potere (il tutto rappresentato dall’ostrica e dalla sabbia, da cui deriva la creazione della perla). E’ per questo motivo che l’uso di tale polarità è una fonte di potere nella pratica magica.

Legge dell’Attrazione
Seguendo la Legge della Polarità, gli opposti si attraggono. Quindi maschi e femmine possono provare attrazione magica all’interno di un cerchio (qualcosa che non va confuso con l’attrazione sessuale). Esiste anche un altro aspetto di questa legge (qualcosa conosciuto come la Legge dell’Opulenza o Legge di Sintesi) che afferma che se si vuole attrarre qualcosa si deve dare via ciò che di esso già si possiede. Semplicemente, mettendo insieme due forze se ne crea una terza. Ciò è riassunto nel vecchio detto orientale ‘se si dispone di due pani, vendine uno e compra un giglio’.

Legge dell’Equilibrio
Questa legge entra in gioco dopo la Legge dell’Attrazione: le forze opposte raggiungeranno sempre naturalmente l’equilibrio se lasciate indisturbate. ‘La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni’ è un buon modo di spiegare che cosa accade se questa legge viene ignorata. Se fai lavoro magico quando non è necessario è possibile causare uno squilibrio, con la conseguenza di avere il contrario di quello che si stava cercando di ottenere, ad esempio facendo il bene per vanità, piuttosto che per bisogno.

Legge di Contabilità Magica (il Conto Corrente Karmico)
Quando si effettua una magia che riequilibra le forze naturali (v. sopra la Legge dell’Equilibrio) un pagamento karmico ci è dovuto. Il pagamento può essere ricevuto in tre modi diversi: 1. utilizzato subito per pagare un debito karmico; 2. utilizzato subito per pagare l’universo per un richiesta di aiuto magico; 3. depositato nel proprio conto corrente karmico per pagare futuri debiti senza andare in rosso. Nell’ultimo caso, può essere trasferito dopo la morte ad incarnazioni future. Il conto corrente karmico accumula interessi e, come con un ordine permanente di bonifico o un libretto degli assegni cosmico, può essere usato per saldare i debiti karmici quando si verificano.

Legge della Triplice Invocazione
Tutte le invocazioni devono avvenire tre volte per avere successo. Questa triplice invocazione può avvenire con lo stesso metodo, ad es. vocalmente: ‘io ti invoco, io ti invoco, io ti invoco’, o su tre diversi livelli, ad es. per visualizzazione, vocalizzazione e azione. Indipendentemente dalla tecnica, la triplice invocazione ha lo stesso effetto, quello di inviare la richiesta su tre livelli: la coscienza, l’inconscio personale e l’inconscio collettivo (piano astrale).

Legge della Sfida
Tutto il vissuto mistico, come i sogni profetici, le visioni, la chiaroveggenza, ecc. deve essere contestato per vedere se si tratta di una vera e propria esperienza psichica. Le esperienze genuine lo sono per i loro meriti e sono in grado di sopportare tali controlli; quelle che non lo sono possono essere dannose se prese sul serio, portando squilibrio e mancanza di radicamento nel praticante.

Legge del Rimbalzo
Una forza superiore rimbalzerà sempre una forza inferiore. Ecco perché, quando ci si avvicina a un Guardiano o entità, su qualsiasi livello del piano astrale o dei regni elementari, sarà messa alla prova la propria idoneità per superarli. Se non si riesce a passare, significa che non si è pronti e si deve tornare indietro per continuare la propria crescita spirituale. Ciò è particolarmente vero quando ci si avvicina alla Porta dei Misteri: superare un simile Guardiano significa sperimentare un’iniziazione spirituale.

Legge del Riflesso
Più comunemente espressa tra gli occultisti come ‘come sopra, così sotto’. Tutto su questo piano materiale della realtà ha il suo riflesso sui livelli più elevati dell’astrale. Questa è la base della magia simpatica, dove utilizzando gli elementi (Terra, Aria, Fuoco e Acqua) è possibile creare un doppio astrale e dotarlo di abilità con l’uso della consacrazione.

Legge della Conoscenza (inclusa la Conoscenza di Sé)
La base di questa legge è che la comprensione porta al controllo. La conoscenza è essenziale per la crescita spirituale come per diventare abili nella pratica magica. Più si conosce di un soggetto, più è semplice esercitare su di esso il controllo; quindi più si conosce del sé, più è facile auto-controllarsi.

Legge dei Nomi 
Un nome, in conseguenza del suo uso comune e ripetuto, rappresenta un oggetto o una persona su un livello astrale. Pertanto l’utilizzo di questo nome costituisce un collegamento con l’oggetto o con la persona per la Legge del Riflesso. Questo è uno dei motivi per cui il nome magico ottenuto durante l’iniziazione è tenuto segreto; tali nomi sono un anello di congiunzione astrale con il loro portatore, e potrebbero facilmente essere usati impropriamente. Conoscere il nome di qualcosa è avere il controllo su di esso, in particolare per le entità spirituali. Quindi un’entità spirituale di buone intenzioni sarà sempre disponibile a rivelare il proprio nome o intenzione.

Legge della Connessione (o Unità)
Piuttosto semplicemente, tutto nell’universo è connesso. Ciò significa che tutti gli eventi passati, presenti e futuri sono collegati. Solo i nostri sensi inadeguati percepiscono la separazione nell’universo. La moderna teoria del caos afferma che se una farfalla sbatte le ali in Sud America causerà una tempesta in Europa. Quindi tutti gli atti magici interesseranno l’intero universo in qualche modo, per quanto piccolo possa esserne percepito l’effetto. Questo mette una grande responsabilità in capo al praticante magico.

Legge della Dicotomia e del Paradosso
Tutte le pratiche di magia hanno questo aspetto in comune: l’idea del buffone cosmico o che gli dèi abbiano il senso dell’umorismo (l’avrete notato in alcune delle leggi). La magia funziona solo perché crediamo che lo faccia; nel momento in cui cesseremo di crederlo, essa cesserà di funzionare. Questa legge consente all’effetto di precedere la causa (il tempo non è lineare sul piano astrale), quindi, giorni dopo l’esecuzione di un lavoro magico, un individuo o un gruppo può scoprire che la magia aveva già, di fatto, lavorato diversi giorni prima a sua insaputa. Questa legge è strettamente connessa alla Legge dell’Attrazione quando le forze in questione sono in contrasto tra loro, ad es. severità e umorismo. L’applicazione di questa legge si può trovare in tradizioni come quella Discordiana, che lavora sulle menzionate polarità.

A queste quattordici leggi, è possibile aggiungerne altre due.

Legge dell’Emozione
Ogni incantesimo che faremo ci manterrà legati e/o corresponsabili all’azione e alla persona cui lo faremo e in esso si convoglierà anche la nostra passione, la nostra emozione e il nostro sentire più profondo. E’ il motivo per cui è bene non muovere un dito magicamente verso qualcuno quando si è coinvolti, arrabbiati o comunque in qualche modo legati ad emozioni che possono non ricondurre allo scopo che ci prefiggiamo. Se facciamo un incantesimo per qualcuno che ci chiede un aiuto per qualcosa, e noi non siamo obbiettivi e distaccati metteremo la nostra volontà e il nostro punto di vista in quell’incantesimo caricandolo con quel tipo di intenzione ed energia anche se superficialmente crediamo di comportarci altrimenti, incorrendo nel rischio di non svolgere un servizio utile alla persona ma manipolandolo con la nostra volontà e il nostro sentire. Nello stesso modo, se agiamo magicamente sotto l’effetto di rancore momentaneo non importa che il nostro desiderio non è nuocere a quella persona: la magia è ignorante e si muoverà sempre seguendo il nostro intento. La legge di Thelema ci suggerisce di seguire la nostra “vera volontà” e così anche il Rede che ci ricorda di non “ferire nessuno” mentre la seguiamo. Ma se agiamo quando non siamo lucidi e completamente esenti da ogni tipo di emozione che possa sbilanciare il nostro operato il rischio in cui incorriamo è quello di lasciare che la magia segua la via più superficiale e non quella profonda, facendo sì che l’incantesimo sia dominato dall’emozione più forte al momento e non dalla vera volontà.

Legge della Via Magica
La magia funzionerà sempre seguendo la via più debole. Sia all’andata che al ritorno. Come l’acqua scorrerà cercando la via più semplice e diretta per funzionare secondo le direttive per il quale è stata coinvolta. Questa è una cosa che dà una enorme responsabilità in mano al praticante magico, perché una volta messa in moto, la magia non si fermerà finché non avrà incontrato un potere più grosso all’opera (secondo la Legge del Rimbalzo) o finché non avrà portato a termine il compito prefissato.

Ma che ruolo ha l’etica in tutto questo discorso? Un ruolo di contorno, a mio parere. Tutto questo concetto metafisico non intacca minimamente la realtà della questione: ossia che in ogni momento sta a noi decidere come comportarci. L’etica è una scelta e un punto di vista del tutto personale e strutturato sulla base della società in cui viviamo e dall’educazione che abbiamo ricevuto. In quanto tale, ogni azione magica è una nostra completa responsabilità, sia quando agiamo per noi stessi, sia quando lo facciamo per altre persone. Per mia esperienza il coinvolgimento va oltre l’agire in modo diretto, ma anche solo essere “complice diretto” di un’azione magica (seguendo quindi la Legge della Connessione).

Una postilla aggiuntiva è dettata da ciò che io dico sempre, ossia: “ciò che ottieni ad ogni costo è tuo, e ciò che è tuo prima o poi torna a te”. Si tratta di una citazione da un libro di Stephen King: Pet Sematary, ma calza a pennello per spiegare sia il legame che abbiamo nei confronti di ciò che facciamo, sia per noi che per gli altri, sia in parte per spiegare come a volte ci aspettiamo che le cose fluiscano in una maniera ma poi si muovono in modo che non avevamo previsto, ribaltando i nostri piani, facendoci ottenere ciò che abbiamo chiesto ma non nel modo e nella forma che desideravamo. Uno dei detti della stregoneria è sempre: attenzione a ciò che chiedi, perché potresti ottenerlo. Ed è una verità. C’é una vecchia favola che parla di un pozzo dei desideri che funzionava solo in un dato momento ed esprimeva solo un desidero. Marito e moglie, sempre in litigo fra loro, di nascosto e da soli si avvicinarono al pozzo nel momento giusto con l’intento di poter esprimere un desiderio di nascosto dall’altra persona e trovandosi lì cominciarono a litigare. Lui voleva soldi e lei bellezza. Passarono tempo a discutere finché lui, arrabbiato, le disse: “Non ti voglio più vedere!”. Il pozzo in quel momento esaudì il suo desiderio e lui divenne cieco. Questa favola ci fa capire come sia facile ottenere ciò che vogliamo, ma non nella forma in cui la vogliamo e non solo per via del mezzo in cui giunge a noi, ma proprio nella sua interpretazione. Questo problema di base è dovuto al fatto che la maggior parte delle persone, anche se opera in magia, non è per nulla a conoscenza dell’immensa differenza che esiste tra “bisogno” e “desiderio”, ossia tra ciò che vogliamo e ciò di cui necessitiamo. Nel campo esoterico la differenza è enorme, forse più anche di quanto non lo sia nella vita comune. Non sempre infatti queste due cose sono allineate. A volte abbiamo bisogno di soffrire per capire alcune cose, ma questo non significa che sia qualcosa che una persona voglia fare. Se però ci muovessimo solo sulla base di ciò che desideriamo e non di ciò di cui abbiamo bisogno, non avremmo alcuna concezione dell’esperienza, e la vita è esperienza. E, ricordiamoci, la magia seguirà la via più breve ma, secondo la Legge del Rimbalzo, una forza superiore rimbalzerà sempre una forza inferiore. Se siamo di fronte ad un nodo karmico che dobbiamo affrontare per andare avanti la magia farà due cose: o tornerà a noi legata al nodo che dobbiamo superare, o semplicemente non funzionerà. Quindi, se vogliamo sbloccare una situazione che non comprendiamo, non possiamo farlo sperando di riuscirci completamente lavorando a valle del problema, bensì a monte. Agire sull’effetto e non sulla causa crea solo un palliativo e, secondo Legge del Ritorno Ciclico, “se non si riesce a superare un ostacolo karmico, o si è incapaci di imparare dagli errori nella propria vita, si continua ad incontrare lo stesso ostacolo fino a che non si impara a superarlo.”

Quando lavoriamo con la magia, pertanto, è importante comprendere che non è qualcosa che è al nostro servizio di uso e consumo, non più di quanto ci potremmo trovare d’accordo con il passo della Genesi che recita [27];Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò;. [28]Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Il fatto che siamo a tutti gli effetti il mammifero dominante sulla Terra e in cima alla catena alimentare non significa che questo pianeta ci appartenga; la nostra collocazione nello schema generale delle cose è un puro caso evolutivo ed una responsabilità di cui dovremmo farci carico. Io sono più propenso ad un ragionamento di tipo ebraico: Dio serve gli uomini, ma non è servo degli uomini. Pertanto la magia serve la volontà degli uomini, ma non è serva del loro capriccio. E, sempre per mia esperienza, la prima volta che abusi del potere, la punizione non ti arriva subito, bensì ti arriva alla seconda, proprio quando pensi di averla fatta franca e di poter essere superiore o più furbo. Una sorta di beffa divina. Ma forse è proprio questo il punto che distingue le leggi spirituali della magia da quelle religiose: una strega non si muove (o non dovrebbe farlo) secondo certi schemi per il principio secondo il quale in alternativa la punizione è in agguato. Non è quindi la paura di subire qualche ritorsione in questa o in un’altra vita a spingerla a tenere un’attitudine etica e coerente, bensì è la consapevolezza e la sicurezza di chi vuole essere e di chi vuole diventare, sulla base delle decisioni prese sulla propria vita e sul proprio cammino.
Crowley, sempre nel suo libro Magick in Theory and Practice, specifica dei teoremi sulla magia che riporto di seguito.

Ogni atto intenzionale è un atto magico.
Ogni atto coronato da successo conferma il postulato.
Ogni insuccesso prova che una o più delle richieste del postulato non sono state soddisfatte.
Il primo requisito necessario per provocare qualsiasi cambiamento è la completa comprensione, qualitativa e quantitativa, delle condizioni.
Il secondo requisito necessario per provocare qualsiasi cambiamento è la capacità pratica di mettere in azione le forze adatte.
Ogni uomo e ogni donna è una stella.
Ogni uomo, e ogni donna, segue un certo corso, dipendente in parte da se stesso, in parte dall’ambiente che per ciascuno è naturale e necessario. Chiunque sia forzato a seguire un certo corso, sia per mancata comprensione di se stesso, sia per opposizioni esterne, entra in conflitto con l’ordine nell’universo, e ne soffre conseguentemente.
Un uomo la cui volontà cosciente sia in contrasto con la volontà vera, perde energie inutilmente. Non potrà mai sperare di influenzare in modo efficace il suo ambiente.
Un uomo che segua la sua volontà vera, è assistito dall’inerzia dell’universo.
La natura è un fenomeno continuo, anche se non sempre scorgiamo in qual modo le diverse cose siano fra loro connesse.
La scienza ci mette in condizioni di sfruttare la continuità della natura mediante l’applicazione empirica di certi principi il cui interagire coinvolge diversi ordini di idee connesse l’una con l’atra secondo schemi che superano la nostra presente comprensione.
L’uomo ignora la natura del suo stesso essere e dei suoi poteri. Anche l’idea che ha delle sue limitazioni è basata su esperienze del passato, ed ogni passo in avanti estende il suo dominio. Non vi è, di conseguenza, alcuna ragione di assegnare limiti teorici a ciò che egli potrebbe essere o potrebbe fare.
Ogni uomo e più o meno consapevole che la sua individualità comprende diversi ordini di esistenza, anche quando afferma che i suoi principi più sottili altro non siano che sintomi di mutamenti avvenuti nel suo veicolo più grossolano. Un concetto simile può essere applicato alla natura nella sua interezza.
L’uomo è in grado di essere, e di usare, tutto ciò che percepisce, in quanto tutto ciò che percepisce è in certo senso parte del suo stesso essere. Può perciò soggiogare alla sua volontà individuale tutto l’universo di cui è cosciente.
Ogni forza dell’universo può essere trasformata in una forza di altro genere mediante l’impiego di mezzi idonei. è quindi a nostra disposizione una riserva di forze inesauribili
L’applicazione di una data forza influenza tutti gli ordini di esistenza relativi all’oggetto al quale è applicata, quale che sia, fra questi ordini, quello direttamente interessato.
Un uomo può apprendere come usare qualsiasi forza per i propri scopi, traendo vantaggio dai teoremi esposti.
Può attrarre in sé qualsiasi forza dell’universo facendo di sé un ricettacolo adatto ad essa, stabilendo con essa una connessione, e predisponendo condizioni tali che la natura della forza costringa a fluire verso di lui.
L’uomo che si sente separato dall’universo e ad esso opposto, ne ostacola le correnti conduttive. Questo concetto lo isola.
L’uomo può attrarre ed impiegare solo quelle forze che gli sono congeniali.
Non vi sono limiti all’estendersi delle relazioni di qualunque uomo con l’universo nella sua essenza; infatti, non appena l’uomo diviene una cosa sola con l’universo, qualsiasi sistema di misura cessa di esistere, tuttavia, la sue capacità di utilizzare le forze universali sono limitate dai suoi poteri e capacità mentali, e dalle circostanze relative al suo ambiente umano.
Ogni individuo è, essenzialmente, sufficiente a se stesso. Ma non soddisfa ancora se stesso sino a quando non ha stabilito la giusta relazione con l’universo.
La magia è la scienza che comprende se stessi e le proprie condizioni. E l’arte dell’applicare all’azione questa comprensione.
Ogni uomo ha l’inalienabile diritto di essere ciò che è.
Ogni uomo deve fare della magia ogni volta che agisce o pensa. Il pensiero è infatti un atto interiore, la cui influenza infine si proietta sull’azione, anche se ciò può non avvenire istantaneamente.
Ogni uomo ha un diritto: quello dell’autoconservazione, il diritto di completarsi sino alla fine.
Ogni uomo dovrebbe fare della magia la nota centrale della sua vita. Dovrebbe impararne le leggi, e vivere secondo esse.
Ogni uomo ha il diritto di compiere il proprio volere senza preoccuparsi se questo interferisce con quello degli altri; perché se egli si trova al posto che gli è stato assegnato, è colpa degli altri se interferiscono con lui.

Come vedete Crowley postula alcune leggi della magia ma ne valuta anche un livello metafisico e filosofico su cosa un uomo dovrebbe fare per essere un praticante di magia, più che descrivere ed isolare delle leggi reali di come la magia funziona.
Abbiamo quindi detto e spiegato come le leggi della magia non vengono influenzate dalla morale o dall’etica, che sono prettamente concetti umani. Trovo che sia un punto di vista, questo, facilmente condivisibile dal momento che, a parte il concetto relativo ai miracolati e ai santi, non mi sembra di aver mai visto leggi fisiche o postulati fondamentali distorti da persone rette e pie per il fatto che sono eticamente impegnate. Madre Teresa di Calcutta era una donna incredibile, ma non ha mai potuto violare le leggi fisiche del pianeta dove viveva, anche se lo avesse desiderato con tutta la sua volontà. Pertanto non vedo come potrebbe farlo qualunque strega, anche quella più etica possibile.

Il postulato della magia dovrebbe suonare quindi circa così: l’energia è una manifestazione naturale, permette alla vita di essere ciò che è, e a tutto ciò che esiste di esistere. Può essere influenzata dal potere della volontà che a sua volta è gestito dall’etica personale di chi lo applica. Pertanto ogni atto intenzionale è un atto magico.

Bibliografia:
Aleister Crowley: Magick in Theory and Practice
Janet Farrar & Gavin Bone: Progressive Witchcraft
La Sacra Bibbia: Genesi
Isaac Bonewit: Real Magic
Clavicula Salomonis
Wikipedia: Legge Fisica
Jorg Sabellicus: Iniziazione all’Alta Magia

 

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