Allarme NASA: nube tossica sulla pianura padana

L'immagine rappresenta la situazione descritta dalla Nasa

Allarme NASA: nube tossica sulla pianura padana: Paura per gli abitanti della Pianura Padana dopo aver visto la foto scattata da un satellite della Nasa che mostra una sorta di cappa di nanoparticelle.
Le nanoparticelle sono una forma di inquinamento molto fine, più piccolo delle polveri sottili.
Esse fanno male alla salute proprio per la loro dimensione.
Sono composte da solfato, nitrato di ammonio e tracce di metalli.
Peccato che l’ente spaziale statunitense abbia dimenticato di dire che quella nube tossica non e’ altro che il prodotto della guerra ambientale in atto da più decenni sul territorio italiano.
Le polveri sottili oltre ad essere prodotte dall’inquinamento, ricordiamo che sono anche uno dei prodotti della guerra climatica.

Il rischio

L’esposizione ad elevate concentrazioni di PM, le cosiddette polveri sottili, è un fattore di rischio per l’insorgenza o riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiovascolari.
Gli effetti prodotti ed i meccanismi di azione dipendono dalla dimensione nonché dalla composizione chimica e microbiologica del particolato che si respira.
Infatti il particolato estivo, ricco di batteri che contengono endotossine, provoca la riacutizzazione di patologie respiratorie di tipo infiammatorio, mentre quello invernale, ricco di particelle ultrafini (sotto il PM10 n.d.r.), che sfuggono ai processi di difesa, produce modificazioni nel controllo dei meccanismi cellulari, più evidenti sul lungo periodo per esposizione cronica.
Ad essere colpiti in primis sono l’apparato respiratorio (si depositano sui bronchi), l’apparato digerente (appesantiscono il lavoro del fegato, stomaco ed intestino), l’apparato cardiocircolatorio (entrano nel sangue e nella circolazione con un sovraccarico del cuore che deve pompare in più un carico di metallo), inoltre danneggiano il sistema nervoso (la tipica intossicazione da metallo pesante provoca irritabilità, depressione, insonnia, amnesia, cefalea etc. e, a lungo termine, Alzheimer, Parkinson, SLA ed altre malattie neurologiche, ma anche linfomi e mielomi nonché tumore al polmone).
Purtroppo i bambini sono quelli più esposti a questi danni.

Le nanoparticelle nel dettaglio
Le polveri sottili sono particelle solide o liquide di dimensioni abbastanza piccole così da rimanere sospese nell’aria e venire quindi inalate con il respiro.
Si classificano in base al diametro: se è maggiore di 30 micron le particelle sono meno dannose, perché cadono a terra (sono pesanti), mentre quelle più piccole possono rimanere sospese nell’aria per giorni e anche per settimane.
Le polveri sottili sono nell’aria che respiriamo, arrivano al nostro organismo principalmente attraverso le vie respiratorie causando anche riniti ricorrenti, sinusiti, bronchiti, asma…
I metalli pesanti sono metalli con una densità elevata, si dividono in due tipi: quelli tossici all’organismo anche in quantità piccolissime come il piombo ed il mercurio e metalli pesanti che, per essere dannosi, devono avere concentrazioni più elevate, come alluminio, rame, cromo, bario, manganese etc.
Comunque tutti i metalli sono estremamente tossici.
La famigerata sigla PM 10 sta per “Particulate Matter”, ossia “materia particolata” (in piccole particelle).
La cifra 10 indica che le particelle hanno un diametro inferiore ai 10 micron (10 millesimi di mm).
Si tratta di particelle microscopiche non visibili singolarmente ad occhio nudo, ma che si conclamano nelle classiche nebbie o foschie di ricaduta.
Sono minuscoli frammenti di sostanze organiche (fibre animali e vegetali, pollini, batteri, spore) ed inorganiche (metalli pesanti, fibre di amianto, solfati, nitrati, polveri di carbone e di catrame, solfuri etc).
Le particelle sono diffuse nell’aria e per questo si parla di particolato atmosferico o aerodisperso.
Il PM2,5 è la frazione più fine del PM10, costituita dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5 micron. Il PM 2,5 è il più pericoloso per la salute e l’ambiente: infatti questo particolato è quello che si deposita sugli alveoli ed inoltre può rimanere sospeso nell’atmosfera per giorni.
Studi relativi al traffico aereo mostrano come la combustione ad elvatissime temperature del carburante nei jetfan induca la rilevante produzione di nanoparticelle di metalli, comprese tra 2 e 2.5 micron, che rappresentano, oltre ai residui incombusti (biossido di zolfo, monossido di carbonio etc.), anche le scorie dovute all’usura progressiva degli apparati di propulsione.
È un dato acclarato che i velivoli impegnati nelle diuturne attività di geoingegneria clandestina operano a quote molto basse.
Da qui il ripetuto aumento di nanoparticolato nelle ore posteriori al tramonto, successive alle irrorazioni della giornata, soprattutto evidenziabili dalle nebbie di ricaduta serali e di tarda mattina.
Nebbie che, in tutta evidenza, non sono dovute a valori di umidità relativa elevati, bensì alla presenza di nanopolveri in sospensione che, guarda caso, non aumentano in coincidenza con le punte di traffico veicolare, ma sono temporalmente conseguenti alle attività di aerosol illegali e clandestine di modifica del clima.

L’impatto del traffico aereo sull’ambiente
Nella letteratura scientifica molti studi hanno evidenziato il forte impatto ambientale che ha il traffico aereo. Contrariamente a quanto riescono almeno parzialmente a fare le automobili con le marmitte catalitiche, gli aerei a turbina scaricano il carburante bruciato nell’atmosfera senza alcun tipo di filtro.
Questo significa che tutti gli scarti del materiale combusto, in forma di nanoparticolato e di gas, vengono letteralmente nebulizzati ed irrorati lungo la traiettoria dell’aereo.
I venti ed i processi naturali di diffusione provvedono poi a disperdere i gas ed i materiali in sospensione su un’area più vasta.
Inoltre bisogna evidenziare che le auto Euro 5 ed Euro 6 inquinano per un valore pari al 2% degli autoveicoli Euro 3.
Ne consegue che gli allarmi smog ed il blocco del traffico, quando vengono emessi dai centri per il controllo dell’ambiente e recepiti dai Sindaci, sono del tutto strumentali: infatti i picchi di inquinamento da polveri sottili sono sempre susseguenti, come già detto, alle pesanti irrorazioni aeree e lo si può verificare anche dalla visione delle mappe satellitari.

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